27 dicembre 2007

Estetico (III)

- segue dal post precedente

Nella vita di noi tutti esiste qualcosa di più del rapporto che lega il nostro lavoro alla retribuzione, del nostro mirare al consenso o all’ottenimento di un successo “popolare”, qualcosa che va oltre i nostri doveri di padri e genitori occupati a gestire una famiglia, qualcosa forse più simile all’amore e all’amicizia disinteressata.

Questo è per me l’estetico: ciò che permette contrapporre un pensiero critico alla rozzezza arrogante e semplificatrice della comunicazione dei mass media, che permette di affrontare con coraggio la “tristezza del pensiero” di cui parla George Steiner, che ti porta a lavorare ogni giorno per costruire qualcosa, che ti permette di tenere salde nel cuore nonostante tutto le persone che valgono amore, che ti permettere di trarre dalla Bellezza di cui parlo spesso in questo blog quell’alimento a coltivare la forza interiore, sentendosi parte di quella umanità che ha cercato e cerca di cogliere armonia (interiore ed esteriore) sia nell’armonico, sia nel disarmonico.

Mi rendo conto di aver qui aggiunto alcune cose che si allontanano dai temi trattati da Mario Perniola nel suo libro e tuttavia si collegano in qualche modo ai temi trattati da altri (perché non veicolare questo stesso tema agli adolescenti "sofferenti" di Umberto Galimberti?).

Tutto questo riguarda comunque ciò che mi fa stare qui ora a scrivere di queste cose, cose che certo non ti danno da mangiare né cambiano i macro destini di questo mondo, ma tuttavia possono arrivare a cambiarti la vita, mostrandola nel suo aspetto più onorevole e degno di essere vissuto.

- Fine

Estetico (II)

- segue dal post precedente

L’estetico come lo intende Perniola non è però una sovrastruttura leziosa, un ingenuo affidarsi al “bello” della vita o dell’arte, bensì un atteggiamento che affonda le radici nella nascita della società borghese dell’Ottocento, dalla sua volontà di sottrarsi al principi dell’egoismo e dello sfruttamento e di una visione delle energie umane viste come fine e non come mezzo, coadiuvate da memoria e immaginazione.

Un atteggiamento che, cosa importante, si rende autonomo dal rigore assoluto della Logica (il pensiero scientifico) o dal rigore dalla Morale (il pensiero religioso). Senza rinnegare i bisogni e le aspettative degli individui (che anzi, nell’arte sono centrali, anche nelle forme artistiche più estreme) e senza essere vittima della ricerca dell’arricchimento economico o del successo ad ogni costo.

Ma chi può mettere in pratica l’estetico? Solo gli artisti?

Perniola parla dei ricercatori, dei professionisti, degli insegnanti e arriva addirittura – e ciò mi colpisce in modo particolare - a includere la burocrazia, capace anch’essa di trovare soluzioni tecniche qualificanti per la società.

“Il capitale culturale del ricercatore scientifico, del burocrate, del professionista, dell’insegnante segue gli stressi criteri che presiedono alla formazione del capitale estetico dell’artista. Il loro statuto si fonda su un habitus disinteressato che sollecita un riconoscimento e una ricompensa proprio in virtù del fatto che prescinde dall’interesse economico.
Una società che non è più disposta a ricambiare il dono disinteressato dei suoi ricercatori, burocrati, professionisti, insegnanti, artisti... è destinata a perire, così come la famiglia, una chiesa o un’amicizia che si regga esclusivamente su rapporti commerciali negoziati.” (pag. 73-74).

- continua (2)

Estetico (I)

Da molto tempo voglio parlare di Contro la comunicazione di Mario Perniola (Einaudi, 2004), un libro che mi dà ossigeno nei momenti difficili.

Lo scritto muove una critica decisa alla dilagante cultura delle comunicazione offerta da mass media: la “cultura” falsificante e invasiva delle tv generalista, il “pensiero” dei partiti veicolato dai telegiornali, le “cultura” delle fiorenti facoltà di “scienze della comunicazione”, quella per cui tutto viene confuso in un crogiuolo dove ciò che conta è l’apparenza e dove, pur sbandierando pomposamente il rispetto per le differenze, ogni differenza viene omologata in cambio della presa e mantenimento del potere e del palcoscenico della celebrità.

Dove ciò che conta non è essere, ma esserci e dove i parametri di accuratezza o scientificità vengono sacrificati in nome dell’immediatezza al pubblico e dell’ottenimento di un risultato “tutto e subito”. Dove cantanti pop spericolati e vetusti presentatori ottengono lauree honoris causa in comunicazione, gli stilisti di moda o i piloti di motociclismo definiscono le tendenze “culturali” e dove la verbosità petulante vince sempre sopra la discrezione di un pensiero critico.

Ciò che propone Perniola in alternativa è un atteggiamento estetico.

Cosa è che muove l’artista a creare? Non è un interesse materiale, una speranza di affermazione immediata. L’artista, almeno quello dotato di talento se non proprio di genio, è in genere spinto da una forza interiore che lo anima.

L’artista ha una visione della vita e dell’arte in qui si valorizzano i valori della discrezione interiore (non solo nel senso comune di sobrietà e riservatezza, ma anche di “capacità di discernimento”, quindi di volontà critica), di un ”interesse disinteressato” e di una moderazione intelligente verso le cose del mondo, usando per altro strumenti come l’ironia, l’arguzia, la seduzione discreta, opposti ai meccanismi arroganti e violenti della comunicazione dei mass-media.

- continua (1)

21 dicembre 2007

Natale

L'uomo, andando la lavoro, si prende le mani tra le mani e le frega tra loro, per riscaldarsi dal freddo pungente della mattinata invernale.

La vibrazione che si sprigiona dal quel gesto lungo le sue braccia gli ricorda in modo altrettanto pungente da quanto tempo non riceve una carezza.

Continua così ancora un pò a fregarsi le mani, stringendosi tra le spalle, a memoria di quel gesto raro e antico.

20 dicembre 2007

Camera con vista (molto sentimentale)

La ricerca scientifica in Italia

Università degli Studi di Milano - Politecnico

La foto ritrae un giovane ricercatore pazientemente in attesa di passare di ruolo presso il Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale.

What's behind that zip?

Cosa c'è dietro la cerniera?

Dedicata al mio amico Listener

Passanti per nulla passanti

Non è accettabile, nella vita, lasciar passare le occasioni e le persone importanti nascondendosi dietro il dito della quotidianità, delle fatiche fisiche, di problemi apparentemente insolubili, del "destino".
Eppure accade.
Ma come si fa poi a guardarsi indietro?
Non regge, per me, il detto "è la vita...".

...dopo si dice "l'ho fatto per fare"
ma era per non morire
si dice "che bello tornare alla vita
che mi era sembrata finita
che bello tornare a vedere"
e quel che è peggio è che è tutto vero
...
(I. Fossati)

19 dicembre 2007

Drive carefully. Scientists at work


Sempre volgarizzando da Steiner...
Se Dio è morto o non sta particolarmente bene, non è che alla Scienza del Cosmo vada meglio.

E' affascinante ma un pò difficile dover accettare quanto ci viene detto oggi dagli scenziati a proposito della creazione del nostro universo: che è assurdo, che non ha alcun senso pensare a ciò che c’è stato prima del Big Bang. Perché prima c’era il niente, e il niente non si pensa ed esclude la temporalità.

E 'difficile perché anche questa appare come una affermazione dogmatica, simile a cose quali l’Immacolata Concezione.

Non è un caso che la teoria del big bang pare non dispiaccia alla Chiesa.

Drive carefully. Gods at work

Leggendo “Grammatiche della creazione” di George Steiner (2001, ed. ital. Garzanti 2003) , libro tanto arduo e (probabilmente troppo) denso quanto spietato ed urgente, annoto questo:

Tra le varie visioni del metafisico e del simbolico passate in rassegna da Steiner, si ipotizza anche che la Divinità sia per sua stessa essenza obbligata a creare.
La creazione è l’unico atto che il Dio è obbligato a realizzare, pena la negazione della propria esistenza.
Un Dio sterile sarebbe un non senso, uno scandalo logico insolubile.

L’obbligo di creare come unica costrizione del divino. Quindi pur sempre una costrizione cui anche Dio – curiosamente - è soggetto (pag. 22).

Immaginate.
La mattina del lunedi della famosa settimana di Creazione, si svegliò molto più agitato del solito, molto più agitato di quanto lo sia io durante i miei lunedi (e vi assicuro di esserlo molto): per lui in ballo non c’era lo stipendio di fine mese, ma la sue stessa ESISTENZA!

Insomma, anche Lui doveva fare i “compiti”.

17 dicembre 2007

iPod dell'anima

Stefano Maderno, Santa Cecilia
(Roma, Santa Cecilia in Trastevere)

Le arti, e soprattutto la musica, conferiscono all’uomo la libera residenza nella sua città altrimenti mortale.
George Steiner, Grammatiche della creazione, Garzanti 2003


The devil is in the details

Credo ognuno di noi abbia un proprio modo di osservare la realtà.

Io mi ritrovo sempre rapito e distratto dai dettagli.

In un museo, prima di immergermi nell’osservazione delle opere d’arte, non posso esimermi dal guardare l’atteggiamento del guardiano della sala. Ha lo sguardo spento, tipico di chi fa da troppi anni quel lavoro? Ha elaborato una tale usura al lavoro che un Rubens è per lui uguale a un'orrida foto di Lachapelle? Oppure nelle ore tarde di solitudine si ferma rapito davanti alla bellezza di quel Caravaggio? E la ragazza che mi ha venduto i biglietti, con quel golfino color topo, questa sera tornerà a casa stanca e usurata dalla sua famiglia stanca e usurata o il suo sguardo nonostante tutto vivo nasconde qualcosa di tangenziale?

Ieri, è passata in auto una signora ciccia che ha affrontato una curva tenendo saldamente in mano un chupa chups.

Lo sguardo delle persone in metropolitana mi dice se il mio umore è buono o meno.
Una mattina - nonostante la Playlist Light sull'iPod - lo sguardo delle persone mi appare spento e doloroso. Allora in un paio di fermate riesco a caricarmi dell’intero dolore dell’umanità. Vedo persone che piangono, dentro o fuori. La rabbia, la fatica, l’ignoranza, la miseria, la malattia, l’odore.

Altre volte mi sembra di essere su una carrozza felice. Il libro della signora appare chiaramente avvincente ai suoi occhi, la ragazza di fronte deve avere il pensiero fisso al proprio amore tanto le brillano gli occhi e quel signore in fondo che parla con un altro uomo sembra aver ritrovato l’amico di tanti anni fa.

Mi spaventa ovviamente pensare che in realtà le persone in metropolitana sono sempre uguali, sono io che cambio ogni volta...

La leva dell’Allarme è lievemente abbassata, il sigillo spezzato. Chissà se qualcuno ha mai provato a tirarla per scherzo.
E le scritte a pennarello o incise sulle porte. Il messaggio afasico di qualche sfaccendato, di qualche pazzo, di qualche adolescente con gli ormoni in esplosione.
Lo sguardo di quello stilista che sul cartellone fa la pubblicità ad una scuola di lingua inglese. Non poteva farsi la barba prima di farsi fotografare? Ha sempre quella faccia così anche nella vita normale?

L’uomo dallo sguardo aggressivo che gestisce l’albergo ad ore a pochi passi dalla fermata della metro. Mi risulta sempre simpatico nel suo sentirsi padrone di quei dieci metri di marciapiedi che tiene puliti come uno specchio.
Le persone in attesa nella lavanderia automatica. Chissà se anche lì nascono amori come nei film americani?
E il negozio che vende gli spray per writers. Ogni giorno mi viene voglia di entrare per vedere l’effetto che fa sentirsi vecchi in un negozio. Non ho negozi di tatuaggi nei paraggi, sennò sarebbe lo stesso.

E quei padri davanti alla scuola elementare. Con che baldanza e apparente allegria parlano del Milan, dell’Inter e della prossima partita di calcetto a cinque. Come faranno? Il futuro professionale di una persona si misura non tanto dalla sua capacità, ma dalla prontezza e vivacità con cui sa sostenere una conversazione sulle coppe europee e su Fabio Capello allenatore della nazionale inglese...

Per fortuna c’è N. che mi accompagna a sentire in anteprima il nuovo singolo dei B. e ci perdiamo nel dettaglio delle chitarre e delle colte citazioni rock. Dettagli.

Non smetto di stupirmi dei dettagli.

Mai quelli importanti.
Quelli importanti, come le parole dette, tendo a dimenticarli subito.

Una crepa su un muro può essere il prologo o la sintesi della mia giornata.
Similmente al Gattopardo, che nel vedere il quadro della resa di Napoleone, già intuisce in un attimo la propria sconfitta nel confronto con il villico furbo, ignorante e senza storia e pudore che mariterà con successo propria figlia.

Amo i dettagli. Riempiono la giornata delle cose che mi mancano.

11 dicembre 2007

Marketing postale

La busta pubblicitaria con i soldi veri dentro mi mancava.

Però questa, belin, l'ho aperta.
.

Domande legittime

E tutti noi tra i quaranta e i cinquanta (eh già!) qui a scrivere un blog?
Solo in ritardo rispetto ai ventenni, in cerca di quel sapore perduto? Crisi dei quarantenni sublimata nella scrittura? Una nuova forma espressiva? Una forma espressiva come un'altra? Solo per vedere l'effetto che fa? Il sostituto dell'hobby della fotografia o del modellismo dei nostri padri? Patetico e inconfessato desiderio di protagonismo? Solo un modo per animare/ri-animare se stessi?

02 dicembre 2007

Rotto

Da soli, in autostrada, musica - può capitare di far sanguinare le orecchie per non sentire che qualcos'altro sanguina, laggiù di nascosto.

Simmetrie

Genova, Via Palestro

30 novembre 2007

Canti

La seconda parte delle spettacolo di Roberto Benigni in televisione ieri sera.
La parte dedicata al commento e alla lettura di un canto della Divina Commedia.

Più di moltre altre cose, uno spettacolo come questo proposto una volta al mese ci farebbe proprio bene.
Farebbe bene a tutto il nostro paese. Come una cura disintossicante dall'arroganza, dal vuoto di senso, dall'ignoranza.

Per me è stato un esempio emozionante di educazione alla Bellezza.

25 novembre 2007

They were punks before we were punks



Ballet mécanique

Immagini mobili di Fernand Léger e Dudley Murphy
Sincronismo musicale di George Antheil.

Capolavoro dadaista, allora incompreso.
L'anno è il 1924.
La musica era così complessa che non fu mai possibile a quei tempi eseguirla. Tra gli strumenti: 16 pianoforti automatici che dovevano eseguire quattro parti diverse in simultanea e tre eliche d'aeroplano...

Rock'n'roll brand

Il nuovo modello di una lussuosa auto viene pubblicizzata con uno slogan: "Rock'n'roll"

Ieri zappavo su una trasmissione televisiva intitolata "Ma si può vivere senza rock'n'roll"?
Veniva intervistato tra gli altri Massimo Gramellini (ottimo giornalista de La Stampa) che affermava che senza musica classica si può forse vivere, ma certo non senza rock'n'roll (citando per altro rappresentanti iper-mainstream del rock come Led Zeppelin e Genesis).

Che il rock avesse perso la spinta provocatoria l'avevamo capito da un pezzo (anche molto prima di vedere i bolsi Deep Purple ospiti da Luciano Pavarotti). L'ideale vive più che altro nei nostri cuori, nell'immagine di noi adolescenti con una Stratocaster in mano che ora amiamo ricostruire dentro di noi e tra di noi, tuttora alla ricerca di un barlume di "autenticità" nel vasto universo dell'Alternative (e mi rendo conto della ambiguità e della relatività del termine autenticità).

Però a me fa ancora effetto vedere la parola "rock'n'roll" usata ed abusata, diventare uno slogan per la pubblicità patinata oppure una bandiera per una generazione diventata classe dirigente. Cose che sono l'opposto dello sporco, della devianza e della rabbia che il rock'n'roll ha cercato di rappresentare.

Da sempre il rock'n'roll, almeno come l'ho inteso io, è una attitudine, non un genere musicale.
In questo senso non riesce a essere inquadrato dalle parole dei pubblicitari o dai grandi media, anche di sinistra.

Chi incomincia a suonare rock'n'roll la fa sempre con un'attitudine trasgressiva. Eppure, in un mondo in cui la provocazione è non è più solo la norma ma anche quasi l'unico codice comunicativo, sempre di più vedremo la parola e l'immagine rappresentare qualche cosa o qualcuno di assolutamente integrato.

24 novembre 2007

Vento e pioggia a Genova


Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
-

22 novembre 2007

La polvere del tempo sul suono

Uno dei motivi per cui la musica pre-Anni Sessanta suonava un pò ostica a chi come me si ingozzava di rock'n'roll tra gli Anni Settanta e Ottanta era la scarsa qualità sonora di quelle incisioni.

Come si sa, dopo i Beatles, Revolver, l'effetto stereo e i quattro piste, le incisioni discografiche non furono più le stesse. Il sound entrò a far parte delle caratteristiche (magari subliminali) di un gruppo e del suo successo.

Ecco uno dei motivi per cui Elvis Presley suonava quasi tutto "vecchio". Scarsa risposta in frequenza, dinamiche quasi assenti. E addiritura preistorica suonava qualsiasi canzone leggera pre Anni Cinquanta. In Italia Modugno negli Anni Sessanta fu il primo ad avere dischi che suonavano decentemente. Ancora oggi, in barba a qualsiasi direzione d'orchestra illuminata dal divino, non riesco ad ascoltare una sinfonia registrata prima del 1965 perché le orecchie vomitano.

Eppure in questi mesi ho notato con orrore che album fondamentali degli Anni Ottanta, che allora avevano per me un sound pieno ed elettrizzante, ora suonano come fossero stati incisi dentro ad una scatola da scarpe. Gli Smiths, i primi Clash, i Tuxedo Moon, gli X, anche quasi tutti i Joy Division (sob)... Li ricordo scintillanti e ora risultano "sordi" in confronto a qualsiasi produzione media di oggi.

Un esempio per tutti: Stop me if you think you've heard this one before degli Smiths vs la recente pop version di Mark Ronson.
L'originale è un capolavoro assoluto di ambiguità e forma canzone sghemba, ma come suona quella di Marc Ronson! E i miei figli votano impietosamente per la seconda... In effetti le ritmiche e i fiati ti piombano addosso come un treno, e vibri.

Si salvano ancora London Calling e i Talking Heads, che erano avanti decenni.

I still love you. Only slightly, only slightly less than I used to, my love...

21 novembre 2007

?



L'altro giorno un amico mi ha detto scherzando: "ma perché non sei come nel tuo blog anche nella realtà?".

Ma scherzava davvero?

20 novembre 2007

Vogliuzze

L'altro giorno a pranzo con un amico parlavo di un argomento che da un pò si insinua strisciante nei miei pensieri. Complice il "progredire" di questo blog.
E come sempre succede in questi casi, finisce per trovare verbalizzazione qui .

La sensazione che, nel corso di questa nostra - di questa mia - ricerca di ciò che può "darci qualcosa", ci sia "troppo di tutto".

Non un semplice eccesso di sostanze - come chi mangia troppi dolci o si droga o eccede nell'alcool - o un eccesso di informazione - come coloro che guardano troppa TV o ascoltano troppa musica.

Parlo della tendenza continua a cercare il film bello, il libro giusto e ricco di significato, il sound nuovo o che ci ricorda i tempi innocenti che furono, il blog sottile, la foto che muove, il filmato You Tube che stupisce, la mostra del grande artista che fu. Non perché fa stare bene in sé, ma è perché è l'accumulare conoscenze che ci fa stare bene.
Come una specie di capitalismo della conoscenza e dell'esperienza estetica.

In pratica, il rischio è che la ricerca di contenuti mascheri il bisogno di colmare un vuoto. Pur facendolo con le armi sottili che ci vengono date dal bagaglio estetico e dalla dialettica elaborata in questi anni.

Qualcuno invoca il silenzio, ma il blog è l'opposto del silenzio. Quando va bene è un bisbiglio digitale, ma sempre una voce, che reclama attenzione. Altrimenti è solo un diario lasciato per sbaglio aperto nella sala d'aspetto di un aereoporto intercontinentale.

Insomma il rischio è - per paradosso- l'assuefazione alla "cultura", per altro vissuta in modo passivo, per interposta persona, quasi come un modo per tirare a campare.
Dimenticando per altro, la fisicità delle cose.

E non ci si illuda che qui si faccia cultura. Di cultura (senza dubbio) ne facevano di più Mogol e Battisti mentre scrivevano Pensieri e parole.

Il discorso messo così è un pò estremo, ma mi pare degno di approfondimento, almeno per me, in qualche post successivo.

Una vogliuzza per il giorno, una vogliuzza per la notte fermo restando la salute, F. Nietzsche 1883-84.

19 novembre 2007

Buoni legami (aka good links)

Due buoni indirizzi per due prospettive sulla musica diverse dal solito (benché tra loro simili) :

Mauro Graziani Blog Un mia conoscenza dei tempi di Verona, vero guru della musica elettronica e dell'informatica applicata alla musica.

SounDesign Sito sul paesaggio sonoro.

18 novembre 2007

Boys will be boys

Questo pomeriggio mio figlio studiava. Passando accanto alla camera usciva della musica.
Elliott Smith, Yeah Yeah Yeahs, T.Rex (dopo aver visto insieme- entusiasticamente - Billy Elliot).

Più tardi, mi chiede di ripetere le lezioni di storia e di musica. Accanto alla storia degli emigrati italiani del primo del Novecento, la storia della prima musica afro-americana, dai canti di lavoro alle jug bands degli Anni Venti.

Son soddisfazioni.

L'altro - il piccolo - mi inizia alle delizie dello squash, per la gioia delle mie rotule e del polso destro.

Mi aspettano dunque mesi di conversione allo sport (mi sono pure iscritto in palestra...).
La loro esuberanza fisica a questo mi porta: per stare - volentieri - al loro passo.

Il maestro di tennis mi ha pietosamente informato dello stile "ottocentesco" del mio diritto. Inizialmente la cosa mi ha lusingato, tuttavia non sono certo fosse un complimento...
D'altra parte non prendevo una lezione da trent'anni.

Come potrei lamentarmi? E' stato un buon fine settimana.

16 novembre 2007

Senza parole


"Ogni torto si dirizza", Leonardo da Vinci

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14 novembre 2007

L'ospite inquietante (continua...)

Forse l'Occidente non sparirà per l'inarrestabilità dei processi migratori contro cui tutti urlano, e neppure per la minaccia terroristica che tutti temono, ma per non aver dato senso e identità, e quindi per aver sprecato la proprie giovani generazioni.
Umberto Galimberti, L'ospite inquietante. Il nichilismo e i giovani, Feltrinelli, 2007, p. 130.

Anche io, come altri che scrivono qui intorno nel vasto reame digitale, trovo che il libro qui citato sia un libro più che stimolante, e non solo per chi ha figli.

Non voglio, né è possibile, sintetizzare il libro.
Benché apparentemente "apocalittico" nel tracciare con la precisione del bisturi il declino della nostra cultura, la perdita di senso che sovrasta noi e i nostri assai più fragili giovani dopo la fine della religione, delle ideologie e del legalismo, tuttavia il libro indica qua e là - a volte per negazione, a volte esplicitamente - quella che potrebbe essere la via per recuperare l'identità.

Questa via sia chiama passione, amore, empatia, educazione emotiva (ed estetica, aggiungerei poco modestamente), forza d'animo, recupero del pudore (contrario della "spudoratezza" dei media e della politica), naturalmente comunicazione da parte dei genitori e soprattutto della scuola, capacità di elaborare i conflitti interni, abitudine alla differenza.

E ha ragione Franco quando dice che benché il libro scriva dei giovani d'oggi, l'ambito di interpretazione potrebbe ben essere trasposto nel mondo di noi adulti oggi, che per altro eravamo giovani vent'anni fa e forse qualcosa nel retro del cervelletto ricordiamo, magari d'istinto.

Non eravamo noi la Generazione X degli indifferenti di cui parla G. (p.127)? Non eravamo noi i no future chiusi nelle "stanze della rassegnazione" dei primi Anni Ottanta? Eppure, alla fine, non è stata forse la nostra passione per qualcosa, la forza d'animo, le speranza dettata dalla curiosità di andare avanti e grattare il fondo del dark, "accogliendo a braccia aparte le (nostre) ombre" (p. 54), a "salvare" (forse, per ora) molti di noi?

13 novembre 2007

L'Ascoltatore è tornato

E' tornato!
Perso tra le montagne da quasi tre anni (ma come ha fatto a resistere in quelle valli domesi così strette che quando ci sono stato io m'è venuta l'ansia dopo sette minuti), dopo non poche rocambolesche vicissitudini - tra notti bollenti e giornate ghiacciate - è tornato Listener, aka TeoTrash. Cosa ha in serbo per noi non lo sappiamo ancora, ma il breve scritto molto autobiografico in apertura del suo blog fa presagire cose interessanti e "trasverse". Benritrovato.

11 novembre 2007

"Guarda Il killer finlandese in video prima della strage su Alice Video Condividi i tuoi video"

Quando un pover'uomo muore in modo clamoroso (vedi il DJ tifoso della lazio), oppure forse uccide (la presunta omicida di Perugia), oppure uccide per davvero (il killer liceale finlandese) oppure salta agli onori della cronaca per qualunque altro motivo, la fervida fantasia dei giornalisti si manifesta in apici di creatività, pubblicando il link al blog personale dei malcapitati.

I giornalisti di cronaca sottraggono le foto di famiglia, peché non dovrebbero usare immagini e storie già belle e pronte?
Solo con il cecchino di Roma ex-capitano non l'hanno potuto fare. 55 anni e poco informatizzato.

Quindi, ecco tutti voyeur a vedere cosa scrivevano, cosa pensavano, come erano loro e i loro amici. Gente mai vista e conosciuta che lascia sentite condoglianze o insulti irripetibili. Tutti a immaginare dietro alle foto, dove anche immagini innocenti o scherzose diventano potenzialmente equivoche, morbosamente significanti di chissà quali atti e abitudini.

Insomma, se un giorno volessi mai dare popolarità a questo blog devo per forza scomparire clamorosamente o commettere un atto inconsulto. In questo modo godrò di una postuma celebrità.

Se invece scompaio e basta, il blog si ferma lì.

10 novembre 2007

Il rombo assordante della cassa

L'altra sera, ascoltando con un amico un CD jazz di grande qualità sonora (Jaco Pastorius Big Band - Word of Mouth Revisited) su un ottimo impianto Hi-fi, parlando di aspetti tecnologici e musicali, ad un certo punto lui mi cita il sound della cassa della batteria.

Ah sì certo, la cassa.

La cassa.


LA CASSA? Quale cassa???

Tendo l'orecchio verso il subwoofer.

Lui dice: "ma sì, non la senti? Fa tum tu-tum tu-tu-tum qui sotto. Proprio ora..."

Nel mio sguardo appare un pò di inquietudine. Mi avvicino ancora al subwoofer (e intanto penso: "ma che ti avvicini, scemo, le frequenze basse non c'entrano con la vicinanza o la lontananza").

L'amico mi guarda un pò preoccupato e forse già compassionevole. "Se ti sposti qui la senti."

Mi sposto. Mi immagino nel cervello come suona una cassa, di solito. "Tum tu-tum tu-tu-tum". Me la immagino anche mentre batte sulla pelle. Tum Tum.



Niente. Non sento nulla.
NON SENTO NULLA.

Guardo l'amico con la mia espressione "faccia storta". Lui tace e mi guarda impassibile.

Allora mi concentro, chiudo gli occhi. Apro i padiglioni delle orecchie come padelle per farinata. Già in preda al panico cerco di discernere chiaramente i piatti, le trombe, il basso, il pianoforte... diamine, per esclusione rimarrà la cassa, si o no?

Niente.
Mi appello al mio fisico.

Solo allora, nel fondo della bocca dello stomaco, nell'estremità del tallone, sento un "tum tu-tum tu-tu-tum". Il pavimento vibra e trasmette delle (debolissime) vibrazioni alla mia gamba, e più su fino in pancia...

Eccola. E' lei. La cassa! La cassa! Guardo l'amico, con un senso di liberazione.
Ma il sudore imperla impercettibilmente la mia fronte.

Peccato che una cosa è ascoltare le frequenze basse con le proprie orecchie, altra cosa è "sentire" le vibrazioni con la pancia e le viscere...

Così imparo ad essermi stritolato le orecchie fin da piccolo con Dead Kennedys e Germs... A quest'ora qualche miliardo di cellule del timpano saranno disintegrate.

Insomma, una piccola dimostrazione che gli anni passano.
Amen.

Qui sotto, preclari esempi di cornetti acustici.

Dead Man Posing


Perugia. Ennesimo omicidio giovanile, dettato dalla noia, dalla mancanza di senso, da chissà che altro.

Ma la cosa più disgustosa è che i media continuano a sottoporci sui loro siti Web (che qui NON linko per pudore) le foto della sospetta omicida in tutte le pose e con tutti i panorami possibili.

Cosa non s'ha da fare per vendere pubblicità.
Diciamolo, i media ci hanno veramente rotto il cazzo.

30 ottobre 2007

Money makes you happy!


Questo manifesto tappezza la metro milanese in questi giorni.

Vuoi diventare benestante anche senza avere soldi, senza esperienza e nel tempo libero? Come? Puoi scoprirlo per la modica cifra di Euro 1199.

Te lo spiega in un seminario di due giorni l'autore del best seller "I soldi fanno la felicità", inventore del muscolare concetto di wellness finanziario.

Insomma, se tutto va bene diventi proprio come lui.

25 ottobre 2007

Alternative matusa?

Lastfm è un simpatico sito di social-networking musicale.

Un piccolo programma installato sul mio pc memorizza la musica che ascolto con iTunes o con l'Ipod e mi propone una programmazione radiofonica costruita su questi ascolti, quindi sui miei gusti musicali.
E' un riuscito esempio di programma "parassita", che utilizza la diffusione di un programma come iTunes per aumentare la propria diffusione.

Contemporaneamente è in grado di fonirmi notizie sull'artista ascoltato, con video, ascolti, discografia, l'opportunità di comprare questa musica e indicazioni su artisti simili.

Per non parlare del fatto (inquietante) che detiene (con il mio permesso implicito) nei propri archivi il mio profilo sonoro, l'impronta digitale del mio gusto musicale.

E che fornisce una serie di simpatici accessori per questo blog (vedi e ascolta qui in basso a destra).

Infine, mi indica, tra le migliaia di utenti di Lastfm, coloro che hanno i miei stessi gusti. Per esempio, la simpatica Ingawahr (aus Deutschland) ha compatibiltà musicale Super con il sottoscritto...

La cosa che più mi incuriosice è che tutti coloro che ascoltano musica che ascolto io hanno almeno dieci-quindici anni meno di me (dai 18 ai 30).
Non sono sicuro sia una cosa positiva: segno di una mente giovane (giovanilistica?) o solo di un inarrestabile peter-panismo cronico?
La cosa obiettivamente patetica è il fatto che io ci abbia subito fatto caso...
Sono dunque un alternative matusa?
:-)

24 ottobre 2007

La parola alla radio

Amo molto la radio della parola. Trovo che lo spazio acustico creato dalla radio, sia esso spazio abitativo o spazio automobilistico, è il luogo ideale per ascoltare ciò che le persone hanno da raccontare.

Da sempre cerco di ascoltare Radio Tre (fin dal tempo de Il racconto di mezzanotte negli Anni Ottanta) e mi capita spesso di sintonizzarmi su Radio24.

Una delle trasmissioni da me preferite è però Uomini e profeti, in onda tutti i Sabati alle 9,30 di mattina su RadioTre.

Fin dal titolo appare a tutti gli effetti una trasmissione di argomento religioso. E vi assicuro che leggendo la presentazione della trasmissione (per esempio questa) verrebbe voglia (almeno a me) di sintonizzarmi a decine di megahertz di distanza.

In realtà il programma affronta in modo diretto e coraggioso argomenti "spirituali" come - solo per fare alcuni esempi - l'ecumenismo, la crisi della religione, i Vangeli apocrifi, la storia della cultura attraverso le più varie fedi religiose (veramente tutte considerate), ma anche argomenti più generali di filosofia e analisi sociale. Invitando ogni volta due o tre ospiti che parlano delle proprie competenze o esperienze, in modo assolutamente aperto e laico.

Va in onda dal 1993, ma io la ascolto da molto meno e in verità non trovo ma il tempo di ascoltarla per intero, dato che dura 45 minuti e il sabato mattina è per me in genere un turbinio di attività domestiche. Eppure ogni volta rimango incantato dalla profondità dei temi svolti e dalla delicatezza e competenza con cui vengono affrontati.

L'autrice Gabriella Caramore padroneggia gli argomenti e lo fa con semplicità e tatto, dimostrando ancora una volta che è necessario conoscere un argomento a fondo per restituirlo agli altri in modo chiaro e fruibile.

Sabato dopo sabato, ci si accorge che l'orecchio che passa distratto vicino alla radio e ogni volta rimane catturato da queste voci che danno l'impressione di sfiorare concretamente la "saggezza".

Sabato scorso c'era tra gli ospiti Umberto Galimberti, che ancora una volta ha gelato gli ascoltatori con la sua lucida analisi del declino dei valori dell'uomo in favore dei valori della tecnica e di come questo crei un incerto futuro ai giovani.
E ciò che colpiva di più non erano tanto le parole di Galimberti (che pure ha esordito citando il "Dio è morto" nietzscheano...), quanto l'annuire quasi muto della Caramore che non poteva che chiosare con un desolato e bisbigliato assenso, presagio al di là dell'etere dell'ineluttabilità concreta di quanto andava raccontando Galimberti, nonostante la fede e chi ce l'ha.
Una specie di silenziosa e dolorosa empatia.

Chi ha tempo e vuole ascoltare, clicchi qui.

Questa trasmissone è un altro bell'esempio di Bellezza, la bellezza della parola e del pensiero.

20 ottobre 2007

Trasferte

Arimondi allegro didatta a Trento
(ma, come sempre, quanta strizza prima...)

18 ottobre 2007

The Horror

Assemblea di condominio


16 ottobre 2007

Menti e nasi

Ci si accorgerà che il figlio è entrato propotentemente nell'adolescenza quando, vedendolo far capolino da dietro un angolo, non mostrerà più il viso angelico e tondo del bambino che conoscevate, ma una massa carnosa di mento e naso seguita subito dopo da una sequenza di spigoli degni di un'opera cubista astratta.

In pochi mesi, nasi e menti assumono dimensioni inaudite, con una crescita esponenziale quasi più rapida del numero di scarpa.

Il genitore passa ore a interrogarsi fino a dove porterà questa metamorfosi. Pur fieri del naso "importante", si invocano gli dei pagani affinché conservino ancora per qualche mese quel viso dalle fattezze innocenti, che faceva sentire ancora molto papà e poco padri.

E per ora non è apparso neppure un peluzzo nero sotto il naso...

11 ottobre 2007

Drastic-pop

E' già Ottobre, ma solo ora ho trovato il mio disco pop-rock dell'anno, similmente all'album di Tom Petty Highway Companion dell'anno scorso.
Questa volta è Drastic Fantastic di KT Tunstall. Nulla di ultra originale ma solo parecchie canzoni con bei ritornelli, un bel tiro, una bella produzione ed alta ascoltabilità automobilistica.

O sarà perché inconsciamente la copertina mi ricorda Suzi Quatro (proprio quella di "48 Crash" e "Devil Gate Drive", 1974/75)?



Radio's on again

Radio Gladio, dopo mesi di assenza, è di nuovo on-line con Fosforo.
Sono contento. Il pensiero sottile e scomodo ci serve sempre.
Ben tornato Sergio.

Bellezza 3








Sarò ripetitivo, forse, ma perché trattenersi di fronte alla Bellezza?










The Elf

Glasgow Botanic Gardens, Kibble Palace

Foto per gentile concessione di rockyrunnerbird.

08 ottobre 2007

Designing the imagination

Da un pò voglio parlare di silver_mirror.

Il mio amico Giovanni Caviezel è un poliedrico creativo dedito al suono, al visivo, al grafico e al fotografico con una particolare propensione per le attività nell’ambito della cultura per bambini, che gli ha dato non poche soddisfazioni.

Ma nel suo blog Giovanni è soprattutto dedito al tentativo di sfuggire l’entropia, il dilagare dell’informazione che tutto sommerge, trascina e livella. E lo fa attraverso l’ironia, la leggerezza e la ricerca di cose del passato che fanno star bene (come tutti noi che siamo un po’ Peter Pan).

Laddove io scrivo un post indignato sulla Moratti che vuole togliere i manifesti di Toscani sull’anoressia, lui spiazza facendo dell’ironia su una Milano grassa e magra, mostrando quanto questa città e i suoi abitanti si prendano troppo sul serio.

Laddove io ricerco, come lui dice, la sezione aurea in tutte le mie inquadrature fotografiche, lui ritrae soggetti volutamente sfocati o tagliando visi, mani e gambe.

Non assume il cipiglio dell’intellettuale serioso, del severo censore o del cittadino indignato (come capita spesso a me) ma si diverte a mescolare il tutto, come un frullato alla vaniglia. E tuttavia lo fa senza lo snobismo del post-moderno a tutti i costi.

Il suo blog è un ironico concentrato di “alto” e di “basso”, dove un dissertazione di laurea sullo fotografia lomografica si mescola ai grevi pettegolezzi di Dagospia, la notizia della scomparsa di Renato Arnheim o di Ingmar Bergman si ritrova accanto – orrore orrore – ad un articolo sull’assassinio di Garlasco.

Per non parlare poi dei Google Ads che “funestano” il sito e che, a causa della varietà di argomenti trattati nel blog, risultano assolutamente spassosi e spiazzanti. Come quello che ci invita a comprare biglietti per una fantomatica festa di Halloween o che ci offre a caro prezzo la suoneria dei Simpsons...
E’ un piacere cliccarvi sopra a ripetizione con l’illusione di arricchirlo…

Sempre in giro con la sua macchina fotografica, ha una lodevole simpatia per le gentili signore in grembiule e guanti di lattice (altrimenti dette “maids”) e contemporaneamente in molti post ci offre notevoli esempi della sua arte grafica e fotografica.

Sicuramente non riuscirà mai a farmi piacere gli album solisti di Ringo Starr e George Harrison (la sua sembra una visone della musica pacifica, bucolica, un po’ fricchettona, anche perché come molti altri si è perso il serioso furore della New Wave primi Anni ’80) ed ogni volta che cita Paul Mc Cartney mi viene il mal di pancia.
Tuttavia, quando racconta del fascino di donne incontrate sui manifesti ad una fermata di bus in una notte milanese, non posso fare a meno di ammirarlo e anche invidiarlo ancora un pò.


All photographs and graphics © Giovanni Caviezel

07 ottobre 2007

The Elf


The Elf
Inserito originariamente da Gertie_DU
Già altre volte mi sono trovato ad ammirare e innamorarmi a prima vista di capolavori di questo tipo, anche se in altro ambito artistico, caratterizzati dall'essenzialità e dalla pulizia della creazione.

La memoria di questa statua, incontrata parecchi anni fa in un giardino botanico in Scozia, non mi ha mai abbandonato.
La incontrai prima del restauro. Era nascosta tra le felci e le piante tropicali di questa strana glasshouse a Glasgow, chiamata Kibble Palace. Era un pò annerita dal tempo e dall'umidità e aveva macchie verdi di muschio. Eppure mi colpi subito per la bianchezza, la grazia, la sensualità, la finezza del corpo, lo sguardo languido e ammiccante al tempo stesso.
Per la conturbante Bellezza, più da baccante che da elfo in verità.

Sono tornato altre volte, in anni successivi, a vederla.

Ora che è restaurata avrà perso un pò della sua natura selvaggia, ma appare ancora più bianca e splendente. Almeno da quanto traspare dalle foto di alcuni utenti di Flickr che mi hanno gentilmente concesso la riproduzione (qui a destra, la foto di Gertie).

Lo scultore è William Goscombe John (1860-1952).

06 ottobre 2007

La Bellezza 2

The Elf
Glasgow Botanic Gardens, Kibble Palace


Bellezza


Noi sereni e semplici o cupi ed acidi,
noi puri e candidi o un po' colpevoli
per voglie che ardono:

noi cerchiamo la bellezza ovunque.

E noi compresi e amabili o offesi e succubi
di demoni e lupi, noi forti ed abili
o spenti all'angolo:

Noi cerchiamo la bellezza ovunque.
E passiamo spesso il tempo così,
senza utilità (quella che piace a voi)
senza utilità (perché non serve a noi)

Marlene Kuntz, Bellezza, da Bianco Sporco, 2005.
Ascoltala qui.

Foto per gentile concessione di Jason Andreas, 2007
Vedi qui l'originale.

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La Bellezza


Ho rivisto il discorso sulla bellezza nel film "I cento passi" di Giordana.
Clicca qui per vederlo.

Un argomento che è nelle mie corde, in questi mesi.

04 ottobre 2007

Letterman, oh yeah yeah yeah

Già di per sé sono un fan di David Letterman. Mi fa ridere un sacco, di solito con intelligenza. In Italia si vede su RaiSat Extra.

Ma se invita gli Yeah Yeah Yeahs allora vado in visibilio. Anche senza ridere.

03 ottobre 2007

La vita è una playlist

Ce l'ho fatta.

Da oggi, ecco l'elenco dei miei ascolti più recenti, aggiornato in tempo reale.








In pratica, una piccola applicazione di Last.fm legge in tempo reale l'elenco dei brani ascoltati sul mio iTunes o sull'iPod e lo trasferisce nel riquadro.
Molti brani sono ascoltabili cliccando sulle piccole frecce.

Peccato che per ora il riquadro mostri solo i cinque brani più recenti.

Questo stesso riquadro si troverà permanentemente nella parte in basso a destra di questa pagina.

Nel riquadro rosso sempre in basso a destra c'è invece una playlist di brani scelti dal sottoscritto. Questi possono essere ascoltati in modo casuale e fare quindi da colonna sonora per il lettore.

Un pippa tecnologica, lo so, ma era da un pò che ci provavo.

28 settembre 2007

Settimana della moda














In auto con un amico venerdì mattina, alzando gli occhi mi imbatto nel mega-manifesto qui sopra, dominante varie piazze di Milano.

Una campagna contro l'anoressia, proprio durante la snella ed elegantosa Settimana della Moda milanese.

E' un immagine dura e non c'è nulla di attraente e imitabile in questa povera ragazza. Solo compassione, forse orrore. Penso sia lo stesso sentimento provato da molte altre persone, da molti ragazzi e ragazze.

Guarda guarda, il sindaco Letizia Moratti ha ordinato subito di togliere questi manifesti, evidentemente lesivi di qualche ipotetico pudore (o di qualche ipotetica lobby).

Ennesimo motivo per essere contenti di non pensarla come lei.
Quando coloro con cui non hai nulla in comune dimostrano di non gradire proprio ciò che lo stesso giorno ti ha mostrato uno spiraglio di intelligenza, creatività e coraggio, vuol dire che la capacità critica funziona ancora bene.

Qui si può leggere cosa ha risposto Oliviero Toscani, anche a proposito della Milano di questi tempi.

23 settembre 2007

Contromano

Raramente scrivo delle "gesta" della Destra, di cui per altro molto ci sarebbe da scrivere. Quando se ne presenta l'occasione, mi manca l'energia perché sembra come di parlare a vuoto. Perché chi legge sa già e chi non legge non vuol sapere.

Con la Sinistra mi indigno più facilmente, perché ci si arrabbia di più se chi toppa ti è più vicino.

Claudio Burlando, Presidente Regione Liguria, viene fermato dai vigili per guida contromano su svincolo autostradale senza patente (!) .
Viene lasciato andare senza multa dopo aver mostrato il tesserino da parlamentare.

Successivamente viene multato (pesantemente e giustamente) dal Prefetto, ma nel frattempo scoppia il putiferio mediatico.

Fin qui, sbadiglio. Ma la cosa triste e annotabile è che in conferenza stampa ci onora di queste due chicche:

1. Non avevo la patente perché "Il mio portafogli è piccolo e non può contenere molti documenti
Viene da dirgli: che si comprasse un borsello.

2. "Ho chiesto subito che mi venissero date le sanzioni previste. L'ho anche detto subito al questore perché, visto il clima che tira, non volevo assolutamente tenere nascosto questo episodio".
Facendoci sospettare che se non tirasse "questo clima" (quello che in pratica richiede a gran voce il rispetto dei cittadini da parte dei politici), se ne sarebbe stato zitto zitto, nascosto sotto il volante dell'auto.

E poi ci stupiamo se Grillo richiama migliaia di persone in piazza anche a Sinistra.

In più, visto che oggi voglio fare il terrorista mediatico come fanno molti giornali anche seri, beccatevi la foto d'apertura, che non c'entra un bel nulla con il povero Burlando, ma drammatizza l'articolo e credo avrà prodotto in voi curiosità o disgusto, entrambi adatti per attrarre l'attenzione del lettore (quindi, inserzionisti pubblicitari a me!).

19 settembre 2007

La linea che collega i punti













Un anno fa, le prime righe di questo blog.

Come trovare la linea capace di legare i punti lontani, i punti fermi della mia vita?

Come fare, creando una forma armonica e non un mostro informe?


La musica, il senso della famiglia, la passione forte, il lavoro d’ordine tra i creativi, amici in luoghi sparsi e appartenenti a mondi diversi tra loro, l’atteggiamento estetico in eterna lotta con la spinta alla razionalità, la fredda tecnologia a braccetto con la calda fotografia, l’amore per la terra contro l’amore per la città, il punk vs. Pierre Boulez, la freddezza apparente contro la ricerca del calore, il bisogno di libertà a braccetto con il bisogno di disciplina.

A volte sono monadi di esistenza che sembrano non aver nesso tra loro, altre volte sembrano amalgamarsi in un insieme con un’apparenza di senso, una qualche armonia.

Una Complessità di cui a volte vado fiero e che a volte invece detesto.

Heart and soul. One will burn.
(Joy Division, Heart and Soul)


© Wassily Kandinsky, Composition VIII, 1923


12 settembre 2007

Birdforgetting

Qualche mese fa scrissi di birdwatching e di come questa passione avesse coinvolto mio figlio dodicenne e di conseguenza tutta la famiglia, più volte allegramente lanciatasi in spedizioni mattutine con il gruppo dei birdwatchers torinesi sulla cima di brulle montagne o alla confluenza di fiumi padani. Libri acquistati, elenchi di nomi mandati a memoria, accessori a non finire (fischietti da richiamo, nidi, binocoli).


Ebbene, serva da indicazione a tutti i genitori illusi di aver ispirato ai figli nobili discipline: arrivò la preadolescenza, arrivò Microsoft Messenger, arrivò l’ahimé non più posticipabile cellulare (13 anni è già un piccolo record, mi dicono….), arrivò l’implacabile e soffice irruenza delle volitive compagne di scuola, lo schiamazzo pelurioso di compagni bulletti, e con tutte queste cose arrivò l’oblio dei birdwatching.

Ieri, alla domanda “ma che uccello era” la risposta era un sbrigativo “non so” con la mano già in tasca ad estrarre il cellulare per leggere l’mms appena giunto da chissà quale Valeria.

E tra qualche settimana con i compagni a vedere i Tokio Hotel in concerto (colpo al cuore della mia pur razionalissima dignità uditiva ed estetica)…

Forse, quando avrà 25 anni, ricorderà il nome di un paio di volatili come me, che fino a un anno fa conoscevo solo piccioni, canarini e gabbiani.

Rocky Horror Show vs High School Musical


Da molto tempo sono convinto che i bravi insegnanti (sottolineo bravi) sono i veri eroi di oggi.

Costretti a lavorare in condizioni più che disagevoli, vergognosamente sottopagati, a contatto con burocrazia, colleghi demotivati e studenti di frequente maleducati, eppure determinati, spesso con il sorriso sulle labbra e disponibili - con la forza della loro esperienza o con l'entusiamo dei loro studi recenti - a proporre strade alternative o integrative ai programmi tradizionali, a promuovere il dialogo umano e culturale.

Di un'altra categoria di lavoratori penso siano veri eroi: i bravi infermieri che lavorano nelle corsie degli ospedali statali. Ma questa è un'altra storia.

La professoressa di italiano delle medie di mio figlio dedica un mattina a settimana a guardare e commentare un film famoso, legato alle materie studiate in quel periodo (storia, geografia, generi letterari ecc.)
La professoressa di musica ha guadagnato punti annunciando ieri che lo spettacolo teatrale di fine anno userà la musica di Rocky Horror Picture Show per mettere in scena un Frankestein.
Non è la sparata di qualche giovane insegnante dark alle prime armi in vena di essere alternative, ma di una professoressa con grande esperienza e occhi lumionosi che ogni anno lavora con le altre colleghe del corso per integrare le materie tra loro, mettendo in pratica una interdisciplinarietà che una volta tanto non è una parola vuota.
L'anno scorso, per esempio, musica, poesia, letteratura, arte figurativa in uno spettacolo multimediale dove l'unica cosa che stonava era la penosa povertà di mezzi messa a disposizione dalla struttura scolastica.

La prof. si è giustamente peritata di informare gli allievi che purtroppo non potrà fargli vedere il film in classe perché è vietato ai minori di 16. Sapendo bene che alla fine del prossimo week end più di due terzi della classe l'avrà già visto a casa complici i genitori...

Aspetto dunque di vedere mio figlio danzare al ritmo del Time Warp tra Riff Raff e Magenta (qui i passi della danza) e nel frattempo, Rocky Horror Picture Show batte High School Musical = 1-0

Let's do the Time Warp again!

29 agosto 2007

Sacro e profano

Sacro e profano

Per vedere qualche altro mio scatto recente si può cliccare qui o, come sempre, nello spazio Flickr qui a destra.

28 agosto 2007

Dissenso

Elogio del Dissenso

Senza contare che, come si vede, il dissenso attira le apette gentili.