03 novembre 2006

Cervelli in fuga

Frequento da lettore il blog del sito di Sergio Messina aka Radio Gladio da circa un anno, benché conosca Sergio da molto più tempo. Lui è uno che ha sempre il cervello acceso, capace di instillare il dubbio nelle certezze apparentemente più solide, senza il timore di essere scomodo e provocatorio.

Si può essere spesso d'accordo con lui, altre volte si può dissentire radicalmente; a volte lo si ammira per l'acutezza e spietatezza con cui è capace di liquidare la stupidità con una battuta sferzante, altre volte magari si rabbrividisce sapendo quanto le sue parole possano creare scompiglio nell'ordine costituito, a volte anche nel tuo ordine costituito, sia reale sia psicologico.

Da qualche giorno ha scritto che probabilmente lascerà l'Italia perché non ha trovato la possibilità di dare sbocco alla sua proposta intellettuale. Al contrario, altri luoghi d'Europa si dimostrano più ricettivi.

Questa per me è una brutta notizia, una brutta notizia per la cultura italiana, e non solo quella underground.

E' un ulteriore segnale di come vanno le cose qui da noi. Ricercatori restano precari tutta la vita senza poter svolgere liberamente il proprio lavoro, intellettuali brillanti emigrano altrove, strutture sempre più ingessate, poca lungimiranza, paura diffusa.
Anche Beppe Grillo dà pesanti segni di cedimento.

Quindi? Quindi eccoci qua a tenere botta. Cominciando a coltivare in sé, lentamente, la coscienza che si deve poter far qualcosa. Magari nel piccolo, magari cominciando dal proprio universo di conoscenze. Trasmettendo messaggi ai figli, per esempio, o parlandone con chi condivide questi pensieri. Certamente accettando l'instabilità come stimolo per il cambiamento.

Solo ottimismo? Forse.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Ieri il sempre meraviglioso Sanguineti parlava del suo "ottimismo catastrofico",ossia in parole povere (lui citava Benjamin e Gramsci, gulp): siamo nella m...., niente funziona, il mondo è un disastro, ma proprio per questo dobbiamo trovare "l'ottimismo della volontà", prima che sia troppo tardi, quasi per dispoerazione. Se le cose andassero benino, non ci faremmo tutti sti problemi di coscienza. Ma ci pensi: Sanguineti sindaco? Spero che non faccia la fine di Dario Fo a Milano.

Arimondi ha detto...

Sposo senza dubbio l'"ottimismo della volontà".

Sono lontano da troppo tempo da Genova per sapere se la città abbia davvero bisogno di un (pur brillante e geniale) intellettuale 76 anni come sindaco. Milano non aveva bisogno di Dario Fo ma di un gruppo di politici capaci di fare delle scelte coraggiose e controtendenza rispetto a quanto è accaduto e accade da troppi anni. Temo che l'idea di un poeta di sinistra al potere sia affascinante, ma perdente in partenza, raccogliendo scarso appoggio dal Centro.

Franco Zaio ha detto...

Ma basta con questo Centro! Proprio non se ne può fare a meno? Il Prof è anziano e utopista, ma sono stufo di votare turandomi il naso.

Anonimo ha detto...

anch'io ho scritto qualcosa sulla decisione di sergio messina,hai seguito l'evolversi del discorso sulla cazzimma?

Arimondi ha detto...

Si, ho letto della "cazzimma". In parte è vero che nei paesi nordici una forma di "garantismo economico" rischia forse di compromettere ed annacquare la creatività. Però preferisco avere cinquemila artisti finti tra cui magari ne emerge uno veramente geniale, piuttosto che tarpare le ali anche solo a dieci potenziali intellettuali, costretti come avviene da noi a rinunciare alla loro ispriazione per fare i rappresentanti di aspirapolvere o gli operatori di call-center.
La "cazzimma" (ma premetto che non sono napoletano) mi sembra una versione più aggressiva dell'"arte d'arrangiarsi", caratteristica che ci ha reso famosi nel mondo per l'inventiva ma anche per la cialtronaggione e per il continuo e un pò noioso tentativo di sembrare più furbi degli altri.
Che ne dici?