
Al contrario, il messaggio di noi altri che frequentavano (anche noi nelle nostre camerette) il Freddo Sporco degli Anni Ottanta era: "E' inutile che ti agiti, tanto non c'è futuro".
Era un suono le cui trame erano intessute di rumori elettrici, sporchi e sudati e il tono era il nero, un nero essenziale e radicale. Joy Division, Wire, Television. Poca classifica (e molto snobismo).
Fu forse questo estremismo eccessivo unito ad una vena caratteriale realista a salvare noi "Freddi Sporchi" da quegli Anni Ottanta o solo l'essere nati in una famiglia borghese e protettiva?
E poi, siamo davvero salvi?
photo © The Button Museum 2002
2 commenti:
Combinazione: proprio ieri ho spolverato la spilletta dei PIL dopo aver visto il clip di Public image, grandissimi. Anche io ho apprezzato molto quelle pagine di T-L (sai che mi ha scritto diverse volte? E' un grande, anche per questo)Io non vedo però snobismo nel mio Freddo Sporco: piuttosto tristezza, rabbia, depressione. E tanta poesia. Non so se e in quale senso ci siamo salvati: sicuramente dalla deriva autodistruttiva e da quella yuppistica/stronza. Non è cosa da poco. La mia famiglia ha poco a che fare, col mio Freddo Sporco, anzi ne era una causa. Ciao
Lo snobismo mi pare di poter dire si potesse cogliere nella certezza che quella fosse l'unica e migliore musica del mondo. Ricordo una lettera che inviai a Ciao 2001 piena di veleno nei confronti della manine grassocce e unte di Rick Wakeman e dei suoi virtuosisimi, che mi apparivano fini a se stessi (anche se avevo "The Six Wives of Henry VIII" e qualche anno prima l'avevo consumato). Faceva parte del bellissimo furore di quegli anni, in cui abbiamo saputo essere creativi (anche se modestamente per quanto mi riguarda) e abbiamo sviluppato un senso critico di cui più difficilmente John Travolta ci avrebbe fornito.
Posta un commento