30 giugno 2010

Velo blu

Un amico mi chiede un estratto dal libro di Pierre Boulez, Punti di riferimento. Einaudi, 1984.

Salgo sulla scaletta per recuperarlo.
Tolgo il dito di polvere.
Dal libro casca la cartolina di un volto coperto da un velo blu.
Fernand Khnopff, der blau Schleier, il velo blu (1909).
Ricordo del dono di una persona sensibile, che mi chiedo ogni tanto dove sia ora.

La mia scrittura piccola e precisa, a matita, fa capolino all'inizio dei paragrafi per indicare un'evidenza o un'emergenza.
Il tempo in cui potevo e volevo essere attento e dedicato al dettaglio, il tempo (perduto) in cui scrivevo spesso a mano (e la mia scrittura era quasi comprensibile a me e agli altri). Il tempo del sentimento travolgente, il tempo per parlare e per dedicare molto tempo ai libri, il tempo delle massime curiosità e delle grandi incertezze.

E' normale avere nostalgia di un tempo così lontano. Una delle fasi del mosaico.

24 giugno 2010

Swallowed

Due serate intere dico due totalmente consumate, divorate, ingioate nel tentativo (inutile) di:

1. Installare per il figlio "pacifista" Modern Warfare 2 su Windows 7 Home Edition senza che tutto vada in crash ogni dieci minuti.
2. Dimostrare a Microsoft che la copia di Windows 7 Home Edition che ho acquistato insieme al PC è originale e non contraffatta come invece mi viene continuamente ricordato (quasi fossi un criminale) da un odiosa finestra che disturba il lavoro (e non ditemi che devo passare ad Apple, lo so).
3. Tentare di fare una ricarica sul cellulare di mio figlio dal sito Vodafone convincendo sia il sito, sia una signorina petulante del 190 che non è vero che la mia carta di credito è scaduta.

Il nostro tempo barbaramente consumato dalla tecnologia che ci siamo cercati.

17 giugno 2010

Un borghese piccolo piccolo. Sempre più piccolo. Anzi sparito



Alla cena di fine anno della classe del figlio piccolo assisto dal vivo al racconto della lenta decadenza della media borghesia italiana.
I piccoli imprenditori della Milano Anni Ottanta e Novanta - pubblicità, agenzie di comunicazioni, servizi alle aziende - annaspano nella mancanza di lavoro, di commesse e per la prima volta - dopo anni in cui hanno potuto permettersi molto e spesso di più (e a molti non faranno pena) - vedono ridurre le capacità di spesa fino a cominciare a porsi l'interrogativo sul futuro, loro e dei loro figli.
Non è catastrofe come per chi perde il posto di lavoro, ma questo solo grazie a quanto è stato messo da parte negli anni migliori da loro stessi o dai loro padri.

Gli anni scorsi era un bisbiglio. Un imprenditore non mostra mai di essere in difficoltà.
Oggi questo sussurro è una preso d'atto di fronte a ormai troppi anni duri. E se ne parla apertamente, nel mal comune, senza gaudio.
Non so se saranno loro i primi a scendere in piazza, o se più probabilmente - forzati al cambiamento - saranno gli artefici di un rinnovamento dell'impreditoria italiana, avendo rappresentato per anni una parte vitale e creativa della società Italiana.

Noi altri, non imprenditori (impiegati, medici ospedalieri, insegnanti, funzionari del pubblico o, come me, del privato) ascoltiamo silenziosi, accarezzando nel profondo del nostro cuore il nostro lavoro, sentendoci tutti in verità come appesi ad un filo.
Il filo di quella famosa e tanto decantata "filiera" dei trattati di marketing, la cui trama appare più sottile ogni giorno che passa.
Alcune parole magiche illuminano gli sguardi di questi imprenditori. Energia rinnovabile, fotovoltaico.
Conciliare il profitto con la tutela del luogo in cui viviamo?

Provare a scrollarsi le paure e immaginare che il cambiamento porti qualcosa di buono.

15 giugno 2010

Il bello della Tafelmusik

Per Tafelmusik non intendo la Musica da Tavola come la si intendeva nel Seicento, ovvero quell'insieme di composizioni musicali create apposta per i banchetti.

Ma neppure un simpatico tavolo musicale multicolore per bambini.

Di musica, a tavola, ho la fortuna di parlare spesso con alcuni miei colleghi di lavoro.

Data la leggera differenza di età (50-45-40-35), abbiamo vissuto momenti della storia della musica recente diversi ed ho ognuno ha un periodo, un genere che lo ha segnato in modo più o meno profondo.


Chi il fulgore del rock Anni Sessanta/Settanta e il jazz, chi - come il sottoscritto - il Punk e la New Wave degli anni a cavallo tra i Settanta e gli Ottanta, chi l'evoluzione del Metal dai Black Sabbath ai Metallica, chi infine il vasto ambito dell'Alternative Rock Anni Novanta.


In questi giorni ci stiamo scambiando la playlist ideale del "nostro" periodo.

Cliccando qui si può accedere alla mia.
Chi vuole esplorare quella seconda vita del rock che fu il periodo dal 1976 al 1982, non ha che da scegliere (in neretto i titoli per me sentimentalmente capitali).

13 giugno 2010

Dica 33

Questa è una delle ultime foto del 33, tratta Centrale - Porpora - Lambrate.
Oggi è domenica e sono uscito apposta per salirvi un'ultima volta. Da domani verrà sostituito da un normale bus.
In questi ultimi anni ho apprezzato molto andare la lavoro con questa carrozza sferragliante, dai sedili di legno scomodi ma dalla forma tondeggiante e dal color legno bruno. Una delle piccole azioni quotidiane che lentamente mi hanno conciliato con Milano.
Mi piacciono le sue lampade di vetro Liberty, i sostegni di metallo dal disegno armonioso.
Ma come racconto nelle poesiole mattutine, era diventato troppo pericoloso. Si rischiava ogni giorno di venire arrotati alla fermata, dato che il tram si fermava vicino alla linea di mezzeria di Via Porpora, costringendo il passeggero ad attraversare la strada e affrontare pirati della strada di ogni risma lanciati a ottanta all'ora.
Invece di cercar di far rispettare il codice della strada - che impone di non sorpassare il tram da destra quando è fermo - il Comune ha approfittato della mancanza di educazione per eliminare il mezzo stesso con un più economico (?) bus.
Un po' come se di fronte al furto di un bell'oggetto, invece di perseguire il ladro, si decidesse di togliere dal mercato la merce per sostituirla con qualcosa di più moderno.
Il 33 comunque rimane. Per ora continuerà a fare un'altra tratta del suo percorso.
Ma non sarà più quella linea un po' misteriosa che sembra andare in direzioni opposte per poi finire sempre dalle parti di Lambrate.
Soprattutto io non potrò più prenderlo e mi mancherà un po'.