24 maggio 2008

In a rut



In a Rut, The Ruts con Malcom Owen - 1978

22 maggio 2008

Illuso, ostinato e contrario

Mah.
E' un periodo che penso che ormai loro sono la vera realtà dell'Italia.
Sono ormai normalizzati, sono diventati parte del panorama democratico, sono al governo e oltre che un sacco di rozze corbellerie e di interventi "ad personam" riusciranno anche a fare qualcosa di buono, perché tanto è tutto così degradato che non ci vuole molto.
Si respira un'aria di "condono ideologico".

E noi con i nostri "princìpi" siamo qui a prenderci sul serio, a commiserarci con le nostra sottile ironia, il nostro pungente cinismo, la nostra rabbia intellettuale, la nostra net-parrocchietta, le nostre citazioni alternative, il nostro rock "ribelle", la nostra illusione un po' spocchiosa e ipocrita di vivere "in direzione ostinata e contraria", dinosauri resistenti (onore a Wilson trend setter), ma pur sempre dinosauri.

Ciò non toglie che si resiste. Non è la resistenza che ci manca.

E fare qualcosa?

20 maggio 2008

Indipendentismo e pedate

«Il popolo della Padania condivide con quello del Tibet l'aspirazione ad essere ciascuno padrone a casa propria».

Già, proprio gli stessi ideali.

In più ci deve essere un errore di stampa. Credo il trofeo si chiami non "Libertà dei popoli", ma "Libertà dai popoli"...

18 maggio 2008

Indemoniato

Il piccolo, a proposito delle intemperanze adolescenziali del "principe" quattrodicenne suo fratello: "Papà, sembra uscito fuori dall'Esorcista. Manca solo che ci vomiti verde addosso...".

Io rido e scrivo per esorcizzare (ma guarda un po'), ma non so quanto ci sia da ridere.

14 maggio 2008

13 maggio 2008

Boys will be boys

Ispirato dall'insegnamento illuminato della professoressa di lettere, mio figlio quattordicenne elabora la propria coscienza critica.

Giovedì scorso mi ha racconta della sua lunga e animata discussione pomeridiana con un gruppo di fascistelli del quartiere, occupati a reiterare banalità su “quando c’era lui”, sugli extracomunitari che “rubano il lavoro aglitaliani” e del suo tentativo di contrastarli dialetticamente e tenere alta la bandiera del Giorno della Memoria.

L’avrei abbracciato. Gli ho detto che ovviamente faceva bene a difendere le proprie idee.

Colpito da questa vicenda, decido di fargli vedere la sera stessa, per la prima volta, Anno Zero.
Nella puntata si mostra non solo l’ottusità di un certo pensiero di destra, ma anche la tristissima intervista ad un gruppo di quattrodicenni che sia fanno da sera mattina di canne, cocaina e acidi e dell’incredibile vuoto mentale delle migliaia di aspiranti partecipanti al Grande Fratello: sfigati palestrati marchiati DG sulla fronte, maniaci dotati di personal coach, tristi figuri dalle lenti a contatto colorate, cantanti sfigati e stonati tipo La Corrida, megere frustrate.

Tutto compreso da tale scenario umano, il ragazzo va dormire.

Evidentemente ispirato da questi pensieri, sabato mattina mi chiede di uscire per comprarsi una ricarica di cellulare. Dopo venti minuti torna.

CON LE LENTI A CONTATTO VIOLA.

Santoddddddio.

“Volevo fare qualcosa di originale”, mi ha detto...
Ancora un po' e chiamavo gli amichetti del quartiere.

La morale? Abbandonate ogni moralismo, o voi che entrate.

11 maggio 2008

Ari's back

Visto che avete avuto pazienza, mo' beccatevi questo.
Milano, Palalido, 16/02/1980, The Ramones Live
(Franco, sei contento? Non sono riuscito ad individuarti tra il pubblico però...)


Di queste foto amo tutto. Sicuramente perché c'ero e le ho scattate. Sicuramente perché ero molto giovane e a bocca aperta (con la macchina fotografica in mano però). Per i colori ormai un po' sbiaditi, per le pose straordinarie di Johnny, Joey e Dee Dee, per il fumo del Palalido (vedi sotto), per il rombo di adrenalina immediatamente successivo al "one-two-three-four", per i Chelsea che fecero da supporto, perché avevo appena provato l'ebbrezza della sala prove in Vico San Bernardino, per il cumulo di chiodi (che io mai indossai) ammassati sotto il palco (vedi sotto).

Ma soprattutto per il pubblico. Perché si percepisce una furia ribollente nel pubblico. Una incazzatura esplosiva.
Non erano anni belli. C'era molta tensione (diversa dalla tensione di oggi) ed a un concerto punk questo ci stava molto bene.

Gabba Gabba Hey

Chiodi al Palalido, nel fumo


L'unico concerto degno di questo nome in quegli anni (1979) era stata Patti Smith a Bologna e Firenze. I Ramones - se non ricordo male - erano stati i primi ad accettare di tornare a suonare in Italia dopo che gli autonomi autoriduzionisti avevano bruciato il palco a Lou Reed qualche anno prima (1975?) e che tutte le agenzie di concerti si rifiutavano di portare gli spettacoli nel nostro paese.
Non a caso quella sera al Palalido c'erano anche parecchi fricchettoni.
Forse anche questo contribuiva ad alimentare una tensione più acuta. Si percepiva un "antagonismo musicale". Loro ci guardavano con disprezzo e stupore, ridendo della pochezza strumentale dei Ramones, dimenticando però che che ciò che contava (come sempre nel rock'n'roll) era l'attitudine. Noi li guardavamo già come dei vecchi rottami patetici.


Foto © Arimondi