28 ottobre 2009

Neppure Dio

"Non solo Dio non governa il mondo
ma neppure io posso farci niente
se non fosse così, sarebbe terribile.
Non soltanto Dio non governa il mondo
ma neppure io posso farci niente
non è compito mio, ci penserà qualcun'altro."
Padre Nostro, Il Teatro degli Orrori, 2009

19 ottobre 2009

53 anni e il lavoro

Trovo doveroso - quasi a contrastare il senso di impotenza - fare un link a questo post de Il russo, che solleva un problema che è una voragine.

http://ilrusso.blogspot.com/2009/10/ho-53-anni-e-sono-disoccupato.html

17 ottobre 2009

Baseball zebrato a Milano


Poesiole mattutine

Bada bene, caro
stamattina non ne ho molta
di pazienza.
E la mazza da baseball è ben nascosta sotto il giaccone.
Quando, come sempre, passi sfiorandomi
settanta all'ora sulle strisce pedonali
non ti farà piacere sentirne il clangore contro la portiera destra del
SUV
tuo bolide nero milanese del cazzo.

***

Cinque chili di mattoni
già dentro alla mia ventiquattrore.
Per cascare accidentalmente sul tuo cofano luccicante,
quando cellulardotato ringhioso rombante sorpassi sulla destra il tram fermo
bambini zaini mamme scendere alla fermata della scuola.

***

Aerodinamica mamma plastificata, mi spieghi
ma verso chi
ma verso dove
per cosa
devi correre per attraversare con il rosso
il controviale fiume impetuoso d'auto
e la carrozzina piena del tuo bambino?

05 ottobre 2009

Del pensiero solitario, che ricompone

All’inizio della vacanza di questa estate, la gioia del Tempo Libero e del presente era comunque interrotta da una inquitudine indefinibile, che ronzava sullo sfondo, non legata a nulla in particolare. Una specie di intossicazione del pensiero il cui veleno faticava a disperdersi.

Un ronzio come quello della Città Grigia, ma non sonoro, bensì conficcato nelle profondità del cuore.

Mentre scrivevo davanti allo schermo, lo specchio qui sopra rimandava la mia immagine. A destra, fiori artificiali - tulipani, rami d’ulivo - con il loro doppio speculare; di fronte la vista mozzafiato di una penisola della Grecia continentale. E il mio viso stancato e consumato da un altro anno di Milano sembrava col passare dei giorni sempre un po’ più sorridente, sicuramente più colorito, anche se le rughe che ricordano mio padre apparivano, e sono, più profonde dell’anno scorso.

Mi chiedevo: che cosa offusca la contemplazione serena di questa bellezza?

Poi credo di aver trovato la causa. La frammentazione del pensiero.

Ecco ciò che mi ha annichilito nei mesi pre-estivi. Risultato di una abitudine lavorativa a risolvere con rapidità tanti problemi consecutivi. Una costrizione alla sintesi che è obbligo del mio tempo. Un obbligo all’abbandono dell’analisi, perché non c’è tempo per analizzare, ma solo per risolvere poblemi in tempi rapidi e secondo le priorità.

“Priorità” altro termine cardinale del nostro modo di vivere. Come se si dovesse sempre mettere le cose in fila.

A decisioni sintetiche per i problemi standardizzati, la decisione analitica per i problemi che esulano dallo standard. Ecco perché forse le cose non vanno tanto bene. Forse tutti stiamo perdendo l’abitudine all’analisi, la capacità di guardare ai problemi che vanno oltre il contingente.

Tutti a sintetizzare e a vivere aforisticamente, anche nella vita come se fossimo sempre a commentare su Facebook o Twitter.

Le giornate di vacanza passavano. Lentamente, nella solitudine delle sere stellate, nella solitudine di un tuffo in mare all’alba, nella solitudine di un libro, ho poi recuperato l’unione di me.

Dunque, solo nella solitudine è possibile ricomporre i frammenti di se stessi (era questa, Zaio, forse la solitudine cui inconsciamente mi riferivo nei post precedenti)?

Mi manca quindi la solitudine, la mia peggior nemica?

Oppure dietro il lieve sollievo della solitudine c’è solo qualcos’altro nascosto nell’ombra. Forse la vita rigenerata. Un battito? Perché ora mi sembra che, al di là della solitudine, sia sempre la forza vitale a vincere.

01 ottobre 2009

La vittoria per la vita - Win for life

Non ci si illuda. Qui non si fa riferimento allo studio scientifico su qualche nuovo farmaco benefico.

L'Italia democristiana del boom e del post-boom Anni Sessanta e Settanta otteneva il consenso cercando di offrire a tutti un posto di lavoro nella amministrazione pubblica.
Generazioni di giovani italiani sono cresciuti, nel bene e nel male, con il miraggio realizzabile di vivere una tranquilla esistenza lavorativa, più o meno nascosti dietro il banco di qualche ufficio postale o comunale e con un dignitoso stipendio garantito a vita.

Lo Stato di oggi, liberista e intraprendente, ma a corto di fondi e di idee, cambia strategia.

Lo Stato vi offre ancora un dignitoso stipendio garantito a vita.

MA SOLO SE AVETE UN GRAN CULO.


Questa la "filosofia" con cui Sisal (concessionario dello Stato per la gestione di giochi) ha lanciato il nuovo concorso Win for life, che offre ai vincitori non più un unico monte premi, bensì un premio rateizzato in tranche di 4000€ mensili per ventanni.

Non c'è più lavoro? Non c'è più stipendio?

Vabbé, consolatevi, potete sempre comprarvi il miraggio dello stipendio.