18 febbraio 2009

Mortgage plan

Dopo il piano anticrisi da 787 miliardi di US$ di ieri, oggi Obama non ha indugiato a mettere sul piatto altri 75 miliardi di dollari in aiuto alle famiglie americane che non possono più permettersi di pagare i mutui impazziti.


D'altra parte oggi sulle home page di tutti i principali quotidiani italiani, nessuno, a parte Il Sole 24 Ore, parlava del piano di ieri, da vari analisti considerato storico.

Qualcuno sa ipotizzare uno o più motivi?

17 febbraio 2009

Stimulus Plan

Pochi minuti fa mi sono alzato dal divano un po' stordito dal fiume di parole rinfrancanti appena ascoltate su BBC World in diretta da Detroit.


787 miliardi di dollari di investimenti in educazione, sanità, riduzione delle tasse, investimenti in infrastrutture eco-sostenibili (ferrovie, energia solare) e tecnologicamente innovative (broadband e nuove reti per l'energia elettrica), ricerca e innovazione. Il tutto con trasparenza e possibilità da parte di ogni cittadino di seguire via Web l'andamento dei lavori.
Soprattutto con un messaggio chiaro: rimboccatevi le maniche; ve lo dice uno che potete vedere in faccia che se le è già rimboccate da un bel po'.

Non sono le parole di Babbo Natale, ma il piano di Barack Obama e del suo team per cominciare a far uscire gli Stati Uniti da una crisi mondiale che a detta di tutti i media del mondo - a parte di quelli italiani che continuano a parlare del Festival di Sanremo, della commemorazione di Bettino Craxi e delle beghe del PD - è drammatica e si prolungherà per mesi e mesi.

Eppure non sembra complicatissimo. Un piano basato su un concetto lineare: il lavoro al di sopra di tutto. Da esso dipendono i consumi, dai consumi dipende la sopravvivenza e crescita delle aziende, dalla crescita delle aziende nasce il lavoro. In un circolo virtuoso che si auto-alimenta.

Qui guarda caso ci invitano a consumare... senza darci il lavoro.
Aspettiamoci nei prossimi giorni da parte dei nostri inqualificabili propagandisti una corsa alle energie rinnovabili, ai proclami illuminati dell'avevamo detto.

Non sono sicuro che Obama sia il salvatore del suo paese, ma di certo ci prova con convinzione.
Anche a noi forse basterebbe questo. Qualcuno con una faccia e un passato decente che ci provi.

07 febbraio 2009

In equilibrio sul caos

Alberto Burri - Grande Cretto Nero (1977)

“La nostra stabilità è solo equilibrio e la nostra sapienza sta nel controllo magistrale dell’imprevisto” (Dyson Freeman, Eros a Gaia).

04 febbraio 2009

Dieci anni

Troppo facile parlare di Fabrizio De André in questo decennale della scomparsa?
Ma lui rappresenta per me molto di ciò che è la mia educazione sentimentale e intellettuale e credo di dovere molto a lui e a coloro che me lo fecero conoscere, quando ero bambino di pochi anni.

Quello che posso dire è che il Volume 8 (1975) è oggi l'album a mio avviso più attuale e bruciante di De André.

Perché?

- La cattiva strada. Così ermetica e al contempo così chiara nel giustificare l'ambiguità crudele dell'uomo per il mezzo musicale di una ballata quasi sbarazzina. Una "que sera" di Chico Buarque italiana, più spietata. Mi ricorda indirettamente l'atmosfera di "Gomorra".
- Nancy - La storia di Nancy, della sua bigiotteria, della sua perdutezza e della distrazione degli uomini. Ai livelli di Suzanne di Leonard Cohen. Forse ancora più penetrante, nella sua fine, con quel "sono contenta che sei venuto" che ti morde lo stomaco.
- Le storie di ieri - Il ragazzo guarda il muro e si guarda le mani e capisce che non potrà mai accettare la generazione dei padri. Quello è il suo turno. E ti chiedi: i nostri figli ci guardano così oggi, noi nostalgici di un "vero" pensiero di sinistra?
- Giugno '73 - La fine struggente, affilata e rassegnata di un amore. "Tua madre c'è l'ha molto con me, perché sono sposato e in più canto" ... "E' stato meglio lasciarsi che non essersi mai incontrati".
- Canzone per l'Estate - Il borghese degli Anni Settanta, degli Anni Ottanta, Novanta e di oggi. Eccomi a immedesimarmi come migliaia che si chiedono com'è che non riescono più a volare.
E cosa avrà provato mio padre ascoltando questa canzone?
- Amico Fragile - Per me il capolavoro di De André, anche musicalmente. La canzone della diversità, del disagio di sentirsi lucidamente estranei e lucidamente perduti, dell'orgoglio di esserlo. "Ero molto più curioso di voi" con tutte le implicazioni del caso, senza paracaduti.

Cosa poteva accadere ad un ragazzo tredicenne che nel mezzo degli Anni Settanta si trovò ad ascoltare queste parole?