17 febbraio 2009

Stimulus Plan

Pochi minuti fa mi sono alzato dal divano un po' stordito dal fiume di parole rinfrancanti appena ascoltate su BBC World in diretta da Detroit.


787 miliardi di dollari di investimenti in educazione, sanità, riduzione delle tasse, investimenti in infrastrutture eco-sostenibili (ferrovie, energia solare) e tecnologicamente innovative (broadband e nuove reti per l'energia elettrica), ricerca e innovazione. Il tutto con trasparenza e possibilità da parte di ogni cittadino di seguire via Web l'andamento dei lavori.
Soprattutto con un messaggio chiaro: rimboccatevi le maniche; ve lo dice uno che potete vedere in faccia che se le è già rimboccate da un bel po'.

Non sono le parole di Babbo Natale, ma il piano di Barack Obama e del suo team per cominciare a far uscire gli Stati Uniti da una crisi mondiale che a detta di tutti i media del mondo - a parte di quelli italiani che continuano a parlare del Festival di Sanremo, della commemorazione di Bettino Craxi e delle beghe del PD - è drammatica e si prolungherà per mesi e mesi.

Eppure non sembra complicatissimo. Un piano basato su un concetto lineare: il lavoro al di sopra di tutto. Da esso dipendono i consumi, dai consumi dipende la sopravvivenza e crescita delle aziende, dalla crescita delle aziende nasce il lavoro. In un circolo virtuoso che si auto-alimenta.

Qui guarda caso ci invitano a consumare... senza darci il lavoro.
Aspettiamoci nei prossimi giorni da parte dei nostri inqualificabili propagandisti una corsa alle energie rinnovabili, ai proclami illuminati dell'avevamo detto.

Non sono sicuro che Obama sia il salvatore del suo paese, ma di certo ci prova con convinzione.
Anche a noi forse basterebbe questo. Qualcuno con una faccia e un passato decente che ci provi.

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