14 novembre 2007

L'ospite inquietante (continua...)

Forse l'Occidente non sparirà per l'inarrestabilità dei processi migratori contro cui tutti urlano, e neppure per la minaccia terroristica che tutti temono, ma per non aver dato senso e identità, e quindi per aver sprecato la proprie giovani generazioni.
Umberto Galimberti, L'ospite inquietante. Il nichilismo e i giovani, Feltrinelli, 2007, p. 130.

Anche io, come altri che scrivono qui intorno nel vasto reame digitale, trovo che il libro qui citato sia un libro più che stimolante, e non solo per chi ha figli.

Non voglio, né è possibile, sintetizzare il libro.
Benché apparentemente "apocalittico" nel tracciare con la precisione del bisturi il declino della nostra cultura, la perdita di senso che sovrasta noi e i nostri assai più fragili giovani dopo la fine della religione, delle ideologie e del legalismo, tuttavia il libro indica qua e là - a volte per negazione, a volte esplicitamente - quella che potrebbe essere la via per recuperare l'identità.

Questa via sia chiama passione, amore, empatia, educazione emotiva (ed estetica, aggiungerei poco modestamente), forza d'animo, recupero del pudore (contrario della "spudoratezza" dei media e della politica), naturalmente comunicazione da parte dei genitori e soprattutto della scuola, capacità di elaborare i conflitti interni, abitudine alla differenza.

E ha ragione Franco quando dice che benché il libro scriva dei giovani d'oggi, l'ambito di interpretazione potrebbe ben essere trasposto nel mondo di noi adulti oggi, che per altro eravamo giovani vent'anni fa e forse qualcosa nel retro del cervelletto ricordiamo, magari d'istinto.

Non eravamo noi la Generazione X degli indifferenti di cui parla G. (p.127)? Non eravamo noi i no future chiusi nelle "stanze della rassegnazione" dei primi Anni Ottanta? Eppure, alla fine, non è stata forse la nostra passione per qualcosa, la forza d'animo, le speranza dettata dalla curiosità di andare avanti e grattare il fondo del dark, "accogliendo a braccia aparte le (nostre) ombre" (p. 54), a "salvare" (forse, per ora) molti di noi?

7 commenti:

listener-mgneros ha detto...

surreale...
La stanza della R"i"assegnazione:
entri e con una semplice marca da bollo richiedi una nuova identità.
Possibili scelte:
1.Un fascista da curva sud.
2.Un adolescente che sbava su una velina.
3.Il corpo contundente insanguinato smarrito nell'ultimo delitto di provincia.
4.il comico e il suo tormentone del venerdi sera a Zelig.
5.La caviglia perfetta di una professionista a pagamento.
Ovvio scelgo la 5.
Non riesco ad identificarmi con tesi e posizioni...E poi Heinrich Fromm non ne aveva già parlato? (avere o essere)....
Il concetto dell'invasione della palta di P.K.Dick "Do Androids Dream of Electric Sheep?".
Non sono genitore..e non è un vanto!

Arimondi ha detto...

Mi ricordo bene. Eri cinico come ora e già allora non avevi bisogno di farti "riassegnare":

Genova, 22 febbraio 1989

c.a. Redazione Spettacoli
Corriere Mercantile

Con cortese richiesta di pubblicazione

Venerdì 24 febbraio 1989 alle ore 23, presso lo Psyco Club
di Scaletta Carmagnola 7/7, si svolgerà una serata di arte varia
dal titolo "Inquietudine d'autore. Come non lasciarsi travolgere
dall'invadente tranquillità del prossimo". Una squadra di dise≈
gnatori genovesi - Carla De Fortis, Walter Gastaldi, Enrico
Musenich, Massimo Sardi e Attilio Zinnari - raccolti sotto lo
pseudonimo di 5 Babau 5, sarà impegnata nel compito di interpre≈
tare il filo conduttore tracciato dal regista della serata,
Listener, assecondato dalle scenografie sonore curate da
Arimondi.

Il tema, l'inquietudine, verrà affrontato attraverso brevi
frammenti tratti da opere di Borges, Calvino, Buzzati e Byrne,
illustrati in tempo reale dai 5 Babau 5, mediante l'utilizzo di
varie tecniche esecutive. La scelta di diversi mezzi espressivi
propone differenti e paralleli piani di lettura attorno a un
argomento che, nonostante le apparenze sfuggenti, dimostra di
essere una presenza costante che contrappunta tutto l'arco
dell'esistenza umana con discrezione e sottile perseveranza. Non
a caso, esso diventa riferimento, talvolta inconsapevole, per
scrittori, musicisti e creatori d'immagine.

listener-mgneros ha detto...

Questo è un colpo basso...anzi altissimo...si possono mai rifare certe cose? Magari.....forse.....no.....si.....vorrei tanto.....sorrido

Anonimo ha detto...

Ma mitici! Dove hai trovato il reperto archeologico? Caspita come ci manca lo Psyco, o qualcosa del genere. Ragazzi, ci sembrava di cazzegiare, ed era pura (pop) art, se non situazionismo! I piskelli di adesso se le sognano serate così. Grandi!
FZ

Arimondi ha detto...

L'ho trovato sul mio pc. Me la tiravo anche da ufficio stampa... :-)

listener-mgneros ha detto...

Lo psyco club era un (non)luogo a precedere...quante cose allora permesse ora sembrano proibite?

leorso ha detto...

Lo sapevo che sarebbe successo! Finalmente un colpo al cuore, con i controcazzi.
Grazie Arimondi, domattina niente pasticca per la pressiun.
Stasera grazie a te ho di nuovo il cuore forte e un delizioso sorriso da ebete.