Uno dei miei divertimenti estivi è immaginare cosa ci proporranno quest’estate le edizioni collezionabili in edicola.
Intorno a Ferragosto, complice il desiderio di molti di dedicare maggior spazio alle proprie passioni (eterna illusione accanto ai buoni propositi di fine anno) la pubblicità si scatena proponendo collezioni di ogni tipo e gusto.
Quest'anno vedo Fabbri e De Agostini un po’ in affanno (De Agostini propone la stantìa Famiglia Addams..). Hachette conduce il segmento medio alto, mentre Hobby & Work domina con Peruzzo e Del Prado il segmento popular-trash, quello che da sempre offre le sorprese più spassose.
La più raccapricciante ma al contempo più ovvia nell'Itaglia dei Santi e degli Eroi è la raccolta di Santi e santini della Hachette. Star della serie è ovviamente Padre Pio, di cui con il primo numero viene regalata un'icona...
Poter scoprire se esiste Sant’Arimondi mi sembra una prospettiva entusiasmante. Chissà che santino regalano.
Niente male il modellino telecomandato Nautilus da costruire, per “poter finalmente esplorare sott’acqua”. Peccato che, quando e se lo finisci, sarà gennaio inoltrato e potrai quindi esplorare solo i peli nella vasca da bagno.
Sempre di argomento esplorativo, la serie più sfigata in assoluto mi pare però la serie completa dei libri di Jules Verne rilegati in gran lusso e in custodia cartonata, ovvero l’illusione di far sentire dei veri bibliofili tutti i poveretti che hanno letto due libri in vita loro (di cui uno è Il giro del mondo in ottanta giorni e l’altro è la versione ridotta per bambini dei Promessi Sposi).
La serie dei richiami per uccelli era uscita in Francia due anni fa. Mi figlio ex-birdwatcher ha chiosato con un laconico: “sfigati”.
La serie delle perline colorate non lascia spazio ai commenti a meno che non abbiate figlie femmine. Così come l’ennesima storia del Terzo Reich per tutti i (sempre più numerosi) nostalgici travestiti da storici.
La Gazzetta dello Sport vende scacchi in vero marmo. L’unico utilizzo che riesco a immaginare potrebbero farne i lettori di quel giornale sarebbe scagliarli contro la tifoseria avversaria allo stadio.
La collezione dei coltellini di Hobby & Work ha mietuto una vittima in casa mia perché il piccolo, da bravo undicenne, ama tutte le armi, comprese quelle da taglio. Ovviamente ha già mezzo affettato un dito al grande in una rissa. Aspettate che il terzo numero costi Euro 7,90 e gli faccio passare la passione.
Anche io sono caduto più volte nella trappola naturalmente. L’ultima fu una collezione di CD completa dei brani che vinsero Sanremo della Armando Curcio. Raccolta divertente, utile e istruttiva, davvero, ma credo la comprammo in tre. La Curcio è fallita poco dopo.
Mi diverte sempre fantasticare sugli orrori del “marketing” e trovo strabiliante la capacità che hanno queste serie di solleticare il desiderio di possedere “il tutto” da parte di noi poveri umani. Per fortuna non so vendere uno spillo, perché mi sarebbe piaciuto sperimentare tecniche di vendita malandrine. Che so, la raccolta di home video con tutte gli atti di sadismo di alunni nei confronti degli insegnanti tratti da YouTube, la fedele riproduzione fotosatica dei mini assegni che spopolavano a fine anni Settanta quando non c’erano più spiccioli, la raccolta video di tutte le risse più spassose in Camera e Senato dalla Costituente ad oggi, una raccolta di fedeli riproduzioni in formato reale di telefonini vintage 1996-2000, una serie che duri 3712 settimane intolata “costruisci il tuo relitto di Ustica e trova la tua soluzione”…