06 luglio 2008

Luglio - Fight back


In auto, verso il mio Luglio solitario.

Alda Merini, Umberto Galimberti, Dario Fo a un convegno riassunto da Radio 24 sui trent'anni della Legge Basaglia (la famosa legge del 1978 che in pratica chiuse i manicomi e cercò di regolamentare il trattamento dei malati di mente).
Come sempre, ascoltando, ritorno a ripetermi quanto abbiamo bisogno di ciò. Quanto è necessario - in questa corsa folle ed efficientistica che ci assilla e ci costringe ad agitarci angosciosamente - ascoltare ancora la "saggezza" di chi le cose le ha vissute (la Merini ha sopportato quindici anni di manicomio), di chi le studia (sempre stupefacente la lucidità sintetica di Galimberti) e di chi le ha messe in scena per una vita intera (Dario Fo).
E colpiscono la parole di Galimberti, che qui riassumo: Basaglia aveva visto lontano nell'affermare che discriminare e allontanare i malati di mente era una piaga da evitare. Perché questo avrebbe portato lentamente ad accettare di allontanare dalla vita civile altre categorie che si fossero definite o fossero state definite diverse: omosessuali, malati, handicappati.
Oppure, aggiungo io, chi la pensa in maniera diversa, oppure gli "stranieri" o i ROM oppure perché non di nuovo gli ebrei?
Discorso quanto mai attuale, evidentemente.

A proposito di questo ed altro, leggete anche per favore l'ottimo editoriale di Barbara Spinelli sulla prima pagina de La Stampa di oggi.


Original Translation
Als die Nazis die Kommunisten holten,
habe ich geschwiegen;
ich war ja kein Kommunist.

Als sie die Sozialdemokraten einsperrten,
habe ich geschwiegen;
ich war ja kein Sozialdemokrat.

Als sie die Gewerkschafter holten,
habe ich nicht protestiert;
ich war ja kein Gewerkschafter.

Als sie die Juden holten,
habe ich geschwiegen;
ich war ja kein Jude.

Als sie mich holten,
gab es keinen mehr, der protestieren konnte.

When the Nazis came for the communists,
I remained silent;
I was not a communist.

When they locked up the social democrats,
I remained silent;
I was not a social democrat.

When they came for the trade unionists,
I did not speak out;
I was not a trade unionist.

When they came for the Jews,
I remained silent;
I wasn't a Jew.

When they came for me,
there was no one left to speak out.


Friedrich Gustav Emil Martin Niemöller, First They Came...

2 commenti:

listener-mgneros ha detto...

Il razzismo...la nostra mente...persino con i nostri pensieri meno semplici...meno "comuni" trattiamo con pinze arroventate e ziklon b...siamo inesorabilmente abituati a considerarci diversi dal diverso...comuni...ricordo occhiate sospettose sempre dirette verso chi non faceva parte del gruppo fino in fondo...per chi parlava di nuove profondità.
Non amo il branco...è sempre pronto a sbranare e lacerare il ventre, a sbudellare, a mettersi in caccia...dell'anziano, dello zoppicante dubbioso...dell'intruso!

Franco Zaio ha detto...

Stavo per postarti proprio quella serie di frase "First they came", ma pensavo fosse di Brecht! Recentemente dove lavoro abbiamo fatto una proposta di titoli usando quell'aneddoto come "immagine": abbiamo sbagliato?
In ogni caso sono le cose che mi fanno essere ancora orgoglioso della mia "azienda".
PS Luglio solitario a Milano alla "Quando la moglie è in vacanza"?