18 gennaio 2009

What (fucking) else


Diciamocelo.

Il vincitore commerciale della passate feste non è la Nintendo Wii, come forse ci si sarebbe potuto aspettare visitando un qualsiasi centro commerciale nei giorni prenatalizi (l’ho comprata per i figli e ora mi ci sto felicemente consumando occhi e muscoli) ma, complice George Clooney, la famigerata macchinetta per il caffè Nespresso.


Ne uccide più l'icona di Hollywood che la spada.


Passando nei giorni prima di Capodanno per il centro di Nizza si osservava una lunga coda che usciva da un negozio dalla apparenza più simile ad una gioielleria che a uno spaccio di caffè, a partire dall’insegna a caratteri dorati su fondo nero.

Incurosito da tale affollarsi di signore in pelliccia, distinti signori in paltò, intere famiglie con passeggini e austeri nonnetti cerco di capire che nesso ciò possa avere con il caffè e il mio istinto cinico-sociologico mi dice di introdurmi nel locale.

Due stewards mi chiedono subito se voglio un caffè, ma l’ho appena preso e devo sedare il mio istinto genovese. E poi dà fastidio quando in un negozio ti assalgono subito all’arma bianca.


All’interno, in esposizione, almeno dieci modelli dall’aspetto tondo e ciccio, come delle Bugatti dai colori eleganti e seriosi (design Pininfarina?) o come la nuova 500 (solo che in questo caso di veri e non metaforici macinini si tratta).

I signori di prima si accalcano per toccare manopole, accarezzare rotondità e luccichii di acciaio anodizzato. Prezzo, da 149 euro in su, fino a 1500.


T’ho venduto l’hardware, mo’ beccati er software


Lo spettacolo notevole è però il banco delle cialde (pardon "capsule", pardon cru).

Qui i marpioni del marketing hanno inventato l’ennesimo gancio redditizio. Facendo leva sulla bevanda più amata dagli Italiani, sulla loro eterna rincorsa al “voglio ma non posso”, sul loro ipotetico "innato" senso estetico (?), sul loro luccicante amore bovino per la Ferrari “che vince sempre”, hanno ideato una serie di cialde al cui solo sguardo anche un manovale della camorra si sente un raffinato stilista, confezionate con una cura e “eleganza” da farli sembrare serie numerate di gioielli, adatti a posare accanto al nuovo Blackberry cromato e alla sinuosa depuratrice che rende più potabile l’acqua già potabile.


Gigantografie alle pareti immartalano le cialde quasi fossero trousse di Lancome. Tinte metallizzate che richiamano ai colori della auto più prestigiose per rappresentare essenze rare come il Sandona colombiano, il Goroka di Papua o lo Yunnan cinese, di cui certo sentivamo la mancanza.

Peccato che abbiano nomi imprbabili come "Livanto", "Volluto", "Cosi" (senza accento) o "Finezzo" quasi che sian state battezzate da un commesso viaggiatore lituano tornato da un week-end a Rimini.


Avvenenti commesse si prodigano a far assaggiare o annusare le essenze più originali. Coppie litigano su quale modello starà meglio in esposizione in soggiorno e quale color di cru meglio si addice alla tappezzeria.

Perché il macinino e il portacialde sono così belli che devono stare in salotto accanto al plasma 60 pollici.


La sublime esperienza


E' quanto ti vendono.

Tanto di cappello ai signori del marketing e ai loro compari pubblicitari senzaddio.


Quando cominciò a diffondersi il "telefonino", da triste intellettualoide di sinistra gridai alla perdita comunicativa, alla definitiva fine della dialettica tra esseri umani che si guardano negli occhi.

Non mi sbagliavo nella sostanza, ma nella forma eccome se mi sbagliavo. Ora in famiglia abbiamo 5 cellullari e se non ce l’hai sei un genitore irresponsabile, oltre che inibito al lavoro.


Ora ho imparato e so per certo che Nespresso è il prossimo elettrodomestico che invaderà le case degli europei. Anche francesi e inglesi abbandoneranno le brodaglie nere e si convertiranno al succedaneo modaiolo del caffè espresso.

E fra cinque anni non averla sarà come non avere il frigo, che agli inzi del secolo veniva messo in salotto come oggetto di prestigio. Roba da sfigati.


E prima che il cielo ci caschi definitivamente sulla testa - saggio Asterix - non voglio passare più per sfigato!


"La nostra visione è (...) diventare l’icona del Caffè Perfetto a livello mondiale"
Dal sito istituzionale della Nestlé Nespresso S.A.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao carissimo A.,
non mi faccio sentire spesso, ma spesso ti visito e apprezzo le tue parole e il tuo (fine?) sarcasmo (ha ha ha!). Questo post - piu' leggero di molti altri - apre comunque una porta su un mondo di immensa umana imbecillita'. Che altro dire? Hai fatto tutto tu. Grande, come al solito.
Resta solo da sperare che questo ennesimo oggetto del desiderio non si diffonda cosi' rapidamente. Nel qual caso, ti aspetto dietro una barricata di classiche moka, dalla quale potremo dare battaglia a Mr. Clooney, lanciando fondi di caffe'.
Un sincero abbraccio.
Giulio B.

Arimondi ha detto...

Ciao Giulio,
Grazie per il commento. Sì, barricate di moka e lancio di guarnizioni usate!

listener-mgneros ha detto...

i giacobini cominceranno a invidiare questi nuovi prodi rivoluzionari