01 luglio 2012

Laurel Canyon a Milano

Foto © Arimondi



L'altra sera prima di cena ho assistito ad un piccolo evento magico.
Jonathan Wilson si esibito per uno sparuto gruppo di fortunati in un piccolo locale di Milano, il giorno prima dell'unica vera data italiana a Lucca.

Appena imbracciata la chitarra, accompagnato da Omar Velasco alla seconda chitarra e da Jason Berger al Mellotron, ha spalancato un mondo acustico di magia e bellezza curata.

E' stato un piacere ritrovarsi perduti in un'atmosfera West Coast proiettata nel 2012 senza poter mai poterne definire le influenze precise; che pure ci sono, da Neil Young a David Crosby, a Gram Parsons, ai Buffalo Springfield, alla Band e ai Quicksilver. Quasi che Wilson sia stato generato in questo brodo primordiale e da qui sia partito per elaborare le sue canzoni.
Ma Wilson - stimato produttore - è permeato anche di cultura musicale europea e a volte propone giri di chitarra che sono molto più Pink Floyd o Radiohead che californiani (come in Natural Rhapsody).

Le versioni acustiche non sfigurano rispetto a quelle più elettriche dell'album Gentle Spirit, anzi guadagnano intensità e calore, dando grande peso alla voce di Wilson, sorprendendo per la cura dei dettagli.

I pezzi - come dice un amico -  "respirano", non sono cioè costretti nella forma canzone, ma lasciano spazio a frequenti cambi ritmici e armonici che rendono l'ascolto dell'album ancora una sorpresa e l'esperienza live altrettanto intensa.

Il fatto che la scaletta sia sta solo di cinque-sei pezzi (causa l'incipiente partita Italia-Gemania) ha limitato nel tempo il piacere ma ha forse reso l'evento ancora più speciale.


Qui di seguito in versione elettrica:






2 commenti:

listener-mgneros ha detto...

scusa l'assenza amico mio

Arimondi ha detto...

Mah, quello che si deve scusare credo di essere io... C'è ancora la mostra?