Le playlist di musica anche di più, vi suggerisce Arimondi...
Nel 2009 ho ascoltato tanta musica quanta mai mi era capitato negli ultimi anni. Una felice contingenza lavorativa fa sì che sia agevole procurarmi musica, sia del presente, sia del passato. Da parte mia, ci metto impegno e piacere nell’ascoltarne il più possibile, di tutti i generi, armato di ipod e di voto/playlist da
La chiusura del primo decennio del secolo si avvicina e con essa la tentazione di trarre qualche conclusione su questi primi anni dieci. Con un po’ di sgomento viene da dire che non mi pare di cogliere pietre miliari. Poi mi convinco ad aspettare ancora un anno a trarre conclusioni radicali.
Tuttavia, pur astendenomi da fare nomi e cognomi, è indubbio che la lista dei capolavori non appare lunga, per ora. Questo può voler dire semplicemente che sono vecchio, ormai poco aggiornato o incapace di adattarmi ad altri generi magari più creativi (hip-hop, world music?) o che le mie orecchie sono stanche di feedback. Ma potrebbe voler dire anche che il macro-genere “rock” mostra un po’ la corda in quanto ad inventiva, come si è anche a volte paventato con coloro di cui ho la fortuna di parlare di queste cose, in rete e fuori.
D’altra parte è indubbio che il rock è da tempo diventato un linguaggio mainstream capace di catalizzare enormi consensi. L’urlo Long live rock degli Who si è fatto realtà e il “rock” (il virgolettato non è casuale) si è ormai assicurato un florido futuro commerciale, potendo contare sul cuore e sulle finanze di migliaia di signore e signori di mezza età che adorano andare allo stadio con gli accendini accesi per ricordare i bei tempi che furono e farsi magari qualche canna di nascosto dai figli.
Vasco Rossi, Bob Dylan, Springsteen, U2, REM, Radiohead. Tutto va bene, per celebrare il rito delle ribellione che fu. Presto i Muse o qualcun’altro, per generazioni più giovani di cinque, dieci anni.
Siamo in una fase della storia del rock che potremmo definire “classicista”.
Il panorama alternative, con il suo pubblico affezionato, più attento ed esigente di quello mainstream, produce ottime cose, ma comunque spesso rivolte a forme e sonorità del passato.
Quello che posso dire è che il suono è sempre più smagliante. La qualità della “produzione” è cresciuta più della qualità creativa. Album come i nuovi Oasis, U2, Wolfmother, Muse permettono di vivere esperienze fisiche, non solo sonore ed emotive. Come se in una fase in cui in linguaggio musicale è stanco, stia ai produttori il compito di inventare - grazie alla tecnologia - soluzioni capaci di supplire alla carenza creativa. Detto questo, l'elenco dei brani per me più importanti e piacevoli del 2009 è composta anche da molte canzoni che ho scoperto o riscoperto dal passato. Come sempre, la scelta non è solo qualitativa ma anche legata ai momenti della vita, per fortuna. Per questo, quest’anno la scelta è sostanziosa. A domani, dunque, per la lista.
1 commento:
sulle finanze di migliaia di signore e signori di mezza età che adorano andare allo stadio con gli accendini accesi per ricordare i bei tempi che furono
Non siamo troppo crudeli con questi poverini, i baby boomers.
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