10 gennaio 2010

La (mia) musica del 2009 (II)


Comincerei con dodici canzoni, tutte uscite più o meno quest'anno...

Yeah Yeah Yeahs
Hysteric - da It’s Blitz! (2009)
Sì, sono un fan di Karen O (vedi foto sopra), smodata cantante degli Yeah Yeah Yeahs.
Anche quando fa la musica di una marca di scarpe.
It's Blitz! è pe me il miglior album del 2009. Prodotto da Nick Launay (Public Image Ltd, Gang of Four, Jam) e David Andrew Sitek (TV on the Radio) ripercorre strutture strumentali che sono state una costante di quest’anno: grande utilizzo di sintetizzatori in stile Anni Ottanta declinati all’ennesima potenza e utilizzati in massiccia sovrapposizione.
Probabilmente il chitarrista Nick Zinner avrà anche fatto qualche sacrificio a rinunciare ai suoi soliti riff taglienti, che qui sono spesso filtrati da suoni ultra-sintetici, ma secondo me ne è valsa la pena.
Non rinunciano a inserire ballate come Hysteric in cui Karen O resce ad esprimere il meglio della sua voce anche più dolce del previsto (procuratevi la versione dell'album con le quattro versioni acustiche). E' il brano che preferisco. Ma anche il primo singolo Zero e l'ipnotica Shame and Fortune non sono da meno.

EditorsPapillon - da In This Light and On This Evening (2009)
Similmente agli Yeah Yeah Yeahs, anche se su un terreno di minore tensione, tra i gruppi alternative di questi anni gli Editors sono tra i pochi che hanno avuto il coraggio di dare una svolta stilistica significativa ai loro suoni, invadendo il loro rock “wave” di ingombranti ma potenti bordate di sintetizzatori e lasciando un po’ in disparte per una volte le chitarre (che a me erano sembrate un po’ invadenti nel loro fortunato album precedente). Tutto ciò fa scordare la forse eccessiva enfasi vocale, che pure è una delle loro cifre espressive.
Visti dal vivo con i miei figli un mese fa. Al concerto con loro, una delle cose più belle del 2009.

Florence + the MachineGirl with On Eye - da Lungs (2009)
Un rock blues con la bella e potente voce di Florence Welch e i suoi Machine. Ne sentirermo parlare, dato che sta virando dall'alternative al pop più raffinato.

Pearl JamJust Breath – da Backspacer (2009)
Backspacer è un disco che si fa apprezzare dopo ripetuti ascolti. In particolare mi piacciono i brani di metà album. Just Breath è la ballata che ascolti alla mattina per cominciare bene la giornata.
I don’t want to hurt. There’s so much in this world that makes me bleed (…) Just Breath" Semplicemente respira. Qui anche dal vivo.

U2
Breathe - da No Line On the Horizon (2009
Ho visto gli U2 dal vivo a San Siro. Mi sono divertito ma nulla di più (era di gran lunga più importante essere lì con mio figlio). Lo spettacolo di gigantismo aracnideo non mi ha del tutto convinto. In compenso ho imparato ad apprezzare l’album prodotto da Eno e Lanois dopo ogni ascolto. Sono le trame e gli strati sonori che avvolgono la maggior parte dei brani a fare la differenza. Non a caso Eno per la prima volta firma tutte le composizioni, dimostrando una determinante partecipazione creativa.
Breathe è il mio brano dell’album. Nascosto laggiù al penultimo posto del CD, tra le due ballate, ha una urgenza esplosiva e molte aperture melodiche, proprio come piace a me. Qui anche in versione smagliante al David Letterman Show dove Bono dimostra che la voce ce l'ha ancora, eccome.
E anche qui: “Respira”...

Il Teatro degli OrroriPadre nostro - da A sangue freddo (2009)
Non molti suonano così in Italia. La vocalità molto particolare di Pierpaolo Capovilla (unico paragone, con i dovuti distinguo, Carmelo Bene), il sound è un wall of sound spigoloso e senza compromessi. I testi, diretti e disurbanti. Sono il Teatro degli Orrori.
Padre nostro è il mio brano preferito (ha molto di De André sottopelle), ma la canzone che resta forse più impressa, grazie anche alla coproduzione con i Bloody Beetroots che rende il suono molto elettronico, è Direzioni diverse. Ma non ascoltatela se siete in crisi con la vostra bella: "Sarebbe stato bello invecchiare insieme. La vita ci spinge verso direzioni diverse (...) Quanto ti manca l’amore…”.

Fabri FibraSpeack English! Da Chi vuol essere Fabri Fibra…. (2009)
Fabri Fibra è un interprete controverso, capace di provocare ammirazione incondizionata o repulsione. Difficile trovare un over-30 che ne parli bene, tanto meno se è genitore (una volta la madre di una compagna di mio figlio mi ha detto: fammi incontrare Fabri Fibra che gliene dico io quattro). Proprio per questa sua capacità di spiazzare, di fare critica sociale ma anche di accettare il meccanismo del marketing in barba a certi pregiudizi pseudo progressisti, la capacità di sdoganare con "stile" l’”ignoranza” e il sessimo che ci pervade, per la capacità di sostenere a testa alta la propria spocchia (molto hip hop in questo), ma soprattutto per la sua creatività e maturità nel costruire i testi e abbinarli a basi musicali molto efficaci, trovo che Speack English! sia pezzo che oltre ad aver accompagnato la mia estate, sia brano degno di nota.

Kid Kudi – Make Her Say - da Man on the Moon… (2009) (nessun video decente disponibile in rete...)
Una specie di rivelazione questo album hip pop di Kid Kudi. Abbandonato (finalmente) il gangsta rap ecco questo giovane intellettuale afroamericano che - pur è inserito in pieno nel movimento hip hop (è un protetto di Kanye West) - recupera suoni molto più europei e propone un disco vario e piacevole, pieno di influenze variegate, con arrangiamenti minimali ma anche con ampio uso di archi ed elettronica e ritornelli melodici. E’ dal tempo dei De la Soul che non mi divertivo così con un disco soul. Il brano in questione è divertente nell’uso della voce campionata niente meno che quella burlona di... Lady Gaga ed è strano che non abbia avuto più fortuna commerciale.

Wolfmother 10.000 Feet - da Cosmic Egg (2009)
Pochi come i Wolfmother riescono a sintetizzare in modo così iperbolico la storia del rock'n'roll. Led Zeppelin, Iron Maden, Deep Purple, la velocità del punk, ma anche Queens of the Stone Age (si ascolti Phoenix). La differenza è che oggi se un ottimo produttore come Alan Moulder (Nine Inch Nails, Placebo, Smashing Pumpkins e così via) mescola la distorsione chitarristica con qualche campione elettronico, l'effetto stacca da terra la seggiola su cui sei seduto.
Sound più che brillante, chitarre roventi, produzione perfetta. Non per palati fini, ma da ascoltare a volume massimo in cuffia con staffilate di chitarre da sordità permanente.

Oasis Falling Down - da Dig Out Your Soul (2008)
Inizia come una ballata alla Oasis con stacchi melodici e ritmici degni del meglio dei due Gallagher, poi sfiora la distorsione. Eppure è una perfetta canzone pop. Ma ciò che preferisco è il video, magistrale nella sua decadenza e visione sprezzante del mondo dell'aristocrazia reale britannica (con un cameo chissà come autorizzato di Prince Charles...) e con l'occhio cinico dei due fratelli, che neppure si degnano di salutare la Principessa Triste.
Musicalmente ciò che colpisce di più è la qualità di amalgama dei suoni, gli strati di sonorità che sovrappongono.

La RouxIn for the Kill - da Laroux (2009).
Pop puro e semplice, stupidino e spocchiosetto. I Laroux sono un duo femminile con una frontman che sembra un maschiaccio frangettone bimbominchia faccia da schiaffi. Un tuffo negli Anni ’80 del techno pop (Soft Cell, primi Depeche Mode) con ganci melodici irresistibili e synth "zanzaroni" a go-go. I video sono un misto kitsch di colori sgargianti, vestiti improbabili, ambienti Blade Runner e architetture sghembe.
Niente male anche l’altro singolo Bulletproof, con un video mezzo dadaista e mezzo Tron.

Kerli Walking on air - da Love is Dead (2008).
Sempre nel filone pop da classifica, la canzone di Kerli contiene un simpatico germe di inquietudine sonora electro pop.
Anche lei un bel po' Mary Poppins bimbaminchia da sculacciare, ma i sintetizzatori e il ritornello mi piacciono un sacco.

Continua...


4 commenti:

Anonimo ha detto...

alla faccia del "non sono aggiornato"!
:)

Franco Zaio ha detto...

Compimenti per l'aggiornamento. Certo è che se i Wolfmother e gli Editors sono tra le cose "nuove", beh. Io poi ho un problema di questi tempi: non sopporto i synth zanzaroni, li detestai nei primi anni 80 (i New order per esempio mi delusero molto col passaggio a) e sentirmeli riproposti adesso no grazie. Amo anch'io i YYY ma quelli di Maps infatti. Quest'anno mi riprometto di aggiornarmi anch'io e prendere almeno un cd nuovo al mese. A gennaio sarà We are riders, il tributo ai Gun Club, ehm, sai che novità, vabbè.

Man of Roma ha detto...

Ragazzi, qui io invece sono proprio a zero. E' vero, alla faccia del 'non sono aggiornato' (anche se Zaio ha le sue riflessioni a riguardo).

Arimo', appena posso me le slurpo, in modo delicatamente romano.

Un grazie non solo a te ma anche a Franco Zaio se ne so qualcosina in più. Malika, per esempio, come ha detto lui, non sarà così trendy, ma insomma, che vogliamo dire di lei, parliamoci chiaro. E poi, di questi tempi, che abbia un padre marocchino, mi piace pure, alla faccia di quel cazzone Bossi.

Man of Roma ha detto...

A proposito, sto promuovendo una sorta di Decamerone 2.0 sul mio blog. I lettori possono inviare novelline, sonetti, anche una due righe, o battute, scritte in qualsiasi lingua. Purché roba loro.

Le regole sono scritte nel mio post:

http://manofroma.wordpress.com/2010/01/13/new-decamerons-festival-that-the-fun-begin-with-bears-and-ladies-in-canada/

Si prevedono ovviamente ricchi premi, ça va sans dire.

I che, per dei genovesi, dovrebbe essere doppiamente allettante mi pare ;-)

Scherzo, e accorrete in massa dunque!

(non sarete mica bacchettoni come gli americani???)

Un caro saluto a tutti.