14 dicembre 2006

Cani sciolti e reti

Cani sciolti, ovvero pregevole descrizione del sentimento di "non appartenenza" espressa in un post di Franco Zaio nato dopo una conversazione tra amici.

Al contrario, il mondo e l'Italia sono pieni di esempi che mostrano la corsa a partecipare al bar sport della professione e dell'esistenza.


Stamattina Beppe Severgnini, commentando i giornali a Prima Pagina di Radio Tre, affermava con naturalezza - seppur in un contesto più ampio - che tutti oggi appartengono o vogliono appartenere a una lobby.

Altra parola magica di questi anni è networking, la rete di conoscenze che permette di muoverti nel mondo del lavoro sapendo che "se io aiuto te, tu aiuti me". Se non fai parte del network sei out, non sei protetto dai mali del mondo (anche se nella parola networking c'è la parola "rete", che collega ma anche ti tiene prigioniero).

Scopro l'acqua calda? Il solito snob?

In verità, anche io provo ad essere conviviale e compiacente.
Un conoscente mi ha invitato a entrare in Linked In, comunità professionale in rete che ti mette in comunicazione con experienced professionals e dove "relationships matter!". Tra 8,5 millioni di professionals non ne ho trovato ancora uno che faccia un lavoro uguale al mio (e non faccio l'astronauta).
Mi conosco e fra un pò mi vedrete su My Space, "a place for friends", per vedere che effetto fa raccattare quanti più Friend Space possibili. Bene. Tanti amichetti.
Tra un mese poi mi iscriverò alla comunità di Second Life dove mi creerò una seconda vita virtuale inverandomi in una blatta digitale e cercando di fare networking con la comunità degli scarafaggi virtuali. Una lobby contro il DDT umano.

Insomma, io ci provo a essere intellettuale, essere pecoreccio, essere fine, essere comunista, essere massone, essere cattolico, essere bravo papà che frequenta gli altri papà, essere diessino, ruffiano, paraculo, tecnologico, naturalistico e biologico, arrivista, alternativo, estremista, apocalittico, integrato, qualunquista, coerente; perfino a parlare di calcio (argh). Che fra un pò magari provo anche a essere gay.

Ma è inutile. O non ci riesco o non mi vogliono.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Non è che non ci riusciamo o non ci vogliono: il punto è che NON LO SIAMO. Ma cosa siamo? Boh. Sicuramente due amici. Alias compagni di sventura. Leggi il bel commento del mio amico Andrea.
E pazienza: teniamo duro, orgoglio e sorriso. Se persiamo la capacità/voglia di sorridere/ridere è la fine.
Un abbraccio
il vecchio Ciccio