A
costo di apparire moralista e antipatico, quelle del post precedente
sono solo alcune considerazioni di mezza via sull'uso di fb.
Erano
posteggiate negli appunti da tempo e mi sono astenuto per un po’ dal
pubblicarle perché avrei voluto evitare per una volta di fare lo snob nei confronti di ciò da cui molti traggono piacere, soddisfazione e a cui dedicano molto del loro tempo.
Sono
abituato alla mia inattualità. Detestavo i primi “telefonini” per la
loro pretesa di rendere tutti sempre reperibili. La storia mi ha dato
torto: la maggioranza desidera ardentemente essere sempre reperibile e i
cellulari sono dappertutto.
A dare una ulteriore colpo alla mia schizzinosità è l’importanza che i social network
hanno mostrato nelle ultime elezioni politiche: capaci di compattare un
consenso alternativo che è stato (e sarà) determinante per il risultato
e di cui si è parlato fin troppo poco su altri media.
Ma come evitare, siore e siori, di tratteggiare il profilo sociologico dei nostri utenti di fb?
Fb
richiama l'allegrone spensierato, quello con la risata lunga trenta
vocali e i gattini teneri teneri.
Richiama come il miele le api il
malinconico maturo nostalgico dell'adolescenza "ribelle”, dedito
compulsivamente a proporre video musicali risalenti ai gloriosi tempi
della sua epopea privata, circoscritta al quartiere sotto casa.
Esalta
il depresso da pedata in culo che stigmatizza ad ogni attimo le catastrofi
politico-sociali e culturali del paese o che vomita il suo spleen esistenziale.
Amplifica il finto trasgressivo stiloso, sagace lettore del Rolling Stone
italiota, quello che osserva Iggy Pop in foto insieme a Donatella
Versace senza provare il devastante - e troppo romantico - colpo al
cuore che prova il sottoscritto.
Insomma sembra incoraggiare coloro che - come direbbe la mia mamma - “parlano perché hanno la lingua in bocca”.
Oppure è solo perché mi sono scelto “amici” strambi?
Rigetta
viceversa l'imploso sociale e il marginale, il quale per altro
difficilmente ha un computer collegato in rete.
In sintesi, allontana da sé e rifugge il dolore reale.
Ditemi
un po’, mai letto su fb uno stato del tipo: "Oggi mi preparo per la
chemioterapia e stamattina vorrei impiccarmi al ponte dietro casa"?
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