Nella vita di noi tutti esiste qualcosa di più del rapporto che lega il nostro lavoro alla retribuzione, del nostro mirare al consenso o all’ottenimento di un successo “popolare”, qualcosa che va oltre i nostri doveri di padri e genitori occupati a gestire una famiglia, qualcosa forse più simile all’amore e all’amicizia disinteressata.
Questo è per me l’estetico: ciò che permette contrapporre un pensiero critico alla rozzezza arrogante e semplificatrice della comunicazione dei mass media, che permette di affrontare con coraggio la “tristezza del pensiero” di cui parla George Steiner, che ti porta a lavorare ogni giorno per costruire qualcosa, che ti permette di tenere salde nel cuore nonostante tutto le persone che valgono amore, che ti permettere di trarre dalla Bellezza di cui parlo spesso in questo blog quell’alimento a coltivare la forza interiore, sentendosi parte di quella umanità che ha cercato e cerca di cogliere armonia (interiore ed esteriore) sia nell’armonico, sia nel disarmonico.
Mi rendo conto di aver qui aggiunto alcune cose che si allontanano dai temi trattati da Mario Perniola nel suo libro e tuttavia si collegano in qualche modo ai temi trattati da altri (perché non veicolare questo stesso tema agli adolescenti "sofferenti" di Umberto Galimberti?).
Tutto questo riguarda comunque ciò che mi fa stare qui ora a scrivere di queste cose, cose che certo non ti danno da mangiare né cambiano i macro destini di questo mondo, ma tuttavia possono arrivare a cambiarti la vita, mostrandola nel suo aspetto più onorevole e degno di essere vissuto.
- Fine
8 commenti:
Grazie! Mi aspettavo certamente che, dopo qualche giorno di giusto black-out digitale, avresti regalato ai tuoi lettori un post di fine anno importante, ma non mi aspettavo tanta profondità. Di nuovo, grazie.
Non solo leggerò Perniola ma, grazie al tuo intervento, mi permetto di segnalare presto il libro ad una persona a me cara che fa de' la comunicazione il suo difficile lavoro.
a volte per un breve attimo certe cose...certi libri...certi films ti fanno sentire un po' meno solo...anche se non riesco a ribellarmi alle mie ribellioni..quello che hai scritto è (s)confortante...
Io invece lo trovo abbastanza confortante (e motivante per il blog). Grazie Arimondi, un post importanteche ha messo nero su bianco (pardon, bianco su nero) quello che ci rode/nutre dentro. Anche se mantengo l'amarezza manifestata nei commenti di Estetico (II). La tentazione di "tirare i remi in barca" sia spiritualmente che praticamente è sempre molto forte, ma, come mi ha detto mio padre l'altro giorno, "non ce la fai a fare le cose diversamente: fa parte della tua natura, e non staresti bene"...
Con intelligenza, passione ed estrema lucidità sei riuscito a rendere chiaro e piacevole il tuo essere "esteta", che, anche se in modo differente, ci accomuna (scusa la presunzione)ci rende trasmettitori neurali in alcuni canali della comunicazione.
leggerò con attenzione il Perniola.
Grazie.
Consiglio a tutti il post "Mediamente" nel blog di una mia collega di Milano
http://alessia7.splinder.com/
perchè in sintonia con questi nostri bei discorsi. Che poi, tra il dire e il fare, c'è di mezzo il mare :-)
credo non sia fondamentale il "che cosa" facciamo. credo che sia uno spazzino che un burocrate possano innalzare la propria condizione umana semplicemete nel "modo in cui" operano o, più semplicemente, vivono.
Grazie ragazzi. Un onore leggervi. Mi sento "esteticamente" appagato! :-)
Ma meno male che c'è il blog a rendere meno squallida e BRUTTA la vita d tutti i giorni. Quando lo chiuderò vorrà proprio dire che ho tirato i remi in barca, in tutti i sensi, prima della cascata.
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