31 maggio 2007

Gomitoli












Ieri sera sceglievo con mio figlio alcuni brani musicali adatti a sonorizzare poesie che verranno recitate durante lo spettacolo di fine anno a scuola.

Ad un certo punto ha cominciato a leggere.

Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade

Ho tanta
stanchezza
sulle spalle

Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata

Qui
non si sente
altro
che il caldo buono

Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare

Ungaretti la scriveva a Napoli il 26 dicembre 1916, in licenza durante la Prima Guerra Mondiale. La intitolava Natale.
Doveva essere molto stanco di guerra e forse di altro.

Nei giorni e nelle ore che preannunciano momenti difficili si desidera scomparire in se stessi, come se la raccolta in sé potesse servire a unire e concentrare le proprie forze, ma anche a rassicurarsi delle proprie cose più profonde, da soli.

La scelta musicale è poi caduta su Everloving, Moby.

Foto
© Gianni Berengo Gardin

24 maggio 2007

Il sorriso sconsacrato

Settimana scorsa, per lavoro a Roma, in albergo, appena sveglio, ho acceso su MTV. Passava questo video.



Non sono mai stato particolarmente amante dei Red Hot Chili Pepper e la canzone è una ruvida ballad rock chitarristica, molto bella ma non particolarmente originale. Il testo non mi dice niente di speciale (mea culpa).

Ma allora?

Mi piace l'idea di quattro amici che cantano (come di quattro amici che suonano), l'idea del contatto fisico tra persone amiche, l'idea del ritratto fotografico e cinematografico di volti belli e brutti, e umani, del dettaglio dei profili e dei primi piani, l'idea di quattro persone che si divertono facendo qualcosa di semplice.

Lo so lo so è solo music business, è inutile che me lo si ricordi.

Sarà che non capisco perché capita che le persone decidano di smettere di capirsi. Sarà che forse mi mancano gli amici e qualcos'altro.

09 maggio 2007

Il bambino si guarda le mani

Ma mio padre è un ragazzo tranquillo
la mattina legge molti giornali
è convinto di avere delle idee
e suo figlio è una nave pirata
e suo figlio è una nave pirata.

...



Ma il bambino nel cortile si è fermato
si è stancato di seguire gli aquiloni
si è seduto tra i ricordi vicini i rumori lontani
guarda il muro e si guarda le mani
guarda il muro e si guarda le mani
guarda il muro e si guarda le mani.

Le storie di ieri (
F. De Gregori) in Volume Ottavo di Fabrizio De André (1975)

Scritta da Francesco De Gregori, ma (magistralmente) interpretata da Fabrizio De André nel Volume Ottavo (e poi inserita anche da De Gregori nel suo successivo Rimmel) è una canzone che parla di un padre degli Anni Settanta ancora immerso nell'ideologia fascista e di un figlio che lentamente si dirige verso un pensiero (forse un'azione?) di estrema sinistra.
Ma soprattutto - ed è ciò che mi interessa in questo contesto - parla dell'eterna dialettica tra padre e figlio, della (inevitabile?) presa di distanza dei figli nei confronti delle idee dei padri.
"Guardare il muro e guardarsi le mani" è un verso che così bene descrive il futuro che ogni figlio ha nelle propria mani e della spinta bellissima e irrefrenabile ad usare queste mani, a fare; per costruire da sé il proprio futuro di uomo, attraversando un'inevitabile età dei pirati.
Io guardo indietro, a mio padre; guardo davanti, a mio figlio grande. E in entrambi i casi mi ritrovo in questi versi. Anzi, mi ci ritrovo ora proprio in mezzo.

03 maggio 2007

L'essenziale senza tempo

Sono rimasto sbalordito di fronte ad un'opera architettonica che ho potuto visitare durante un giro nel nord-est, qualche giorno fa.


Ciò che sorprende di questo edificio non è solo la bellezza intrinseca, quanto la sua modernità. Modernità che si mostra nella facciata (che potete ammirare qui sul sito ufficiale), ma secondo me soprattutto nel retro della costruzione (vedi le mie due foto seguenti) , la cosiddetta "facciata Sud".

Si tratta di Villa Foscari detta "La Malcontenta" sul Naviglio del Brenta, Mira (VE), finita di costruire dal Palladio nel 1558.
Dicasi 1558.


E' vero che le recenti tendenze architettoniche, a partire dai movimenti del primo Novecento per arrivare al Post-moderno ci hanno abituato da una parte all'utilizzo di forme asciutte e lineari, dall'altra al recupero di stilemi classici o neoclassici; ma questa appare veramente un'opera senza tempo, di una bellezza essenziale, che ispira stabilità e rigore, vivacità e gioia al contempo.
Un edificio che, costruito così, oggi, tale e quale, ancora susciterebbe ammirazione.

La rivista House & Garden l'ha definita "forse la più bella casa del mondo".
E' patrimonio dell'umanità dell'UNESCO.
Il suo grande giardino è fatto apposta per essere ammirato da chi si affaccia ad una delle grandi e luminose finestre poste sul retro.

Per i curiosi, la Malcontenta si dice sia stata la bellissima giovane sposa di uno dei nobili Foscari, la quale, a causa della sua infedeltà, fu confinata in questa magnifica proprietà, che tuttavia era allora in una zona paludosa e malsana (detta guarda caso anche'essa "Malcontenta").
Lontana dai fasti della Venezia del tempo, la giovane bellissima si immaliconì a tal punto da dare il nome alla casa che abitava.

19 aprile 2007

La perfezione di un Giorno Perfetto

Adoro la serie di DVD “Classic Albums” (Eagle Rock Entertainment).

In ogni uscita viene narrata la genesi di un disco fondamentale per la storia del rock e del pop. Attraverso video d’epoca e interviste a musicisti, produttori, tecnici del suono e giornalisti si racconta di album come Who’s Next (The Who), Rumours (Fleetwood Mac), Dark Side of the Moon (Pink Floyd), Nevermind (Nirvana), dello sviluppo delle idee musicali che hanno portato alla loro creazione, della storia delle persone che vi hanno lavorato, dell’ambiente di quegli anni.

C’è un frammento di uno di questi video che non smetto di guardare.

Il DVD è quello dedicato all’album Transformer di Lou Reed, prodotto da David Bowie e Mick Ronson nel 1972. Sciolti i Velvet Underground, l’album segnava l’affermazione di Lou Reed come interprete solista, dopo il primo fallimentare album “Lou Reed”.

Brani immensi come Walk on the Wild Side, Vicious (vedi video), Satellite of Love raccontati nella loro genesi, sia musicale sia narrativa. Si parla da una parte dell’avventura con la Factory di Andy Warhol, ma soprattutto si parla di musica. Il contrabbassista Herbie Flowers spiega come è nato il riff di Walk on the Wild Side: il glissato di contrabbasso doppiato da un basso elettrico, solo perché il turno con due strumenti era pagato doppio…

Ma il frammento più emozionante è quello dedicato a PERFECT DAY canzone capolavoro, sintesi magnifica di rock e di pop, testo ambiguo in bilico in una zona grigia dove si narra di una felicità confinata con disincanto nel lampo di un giorno.

Lou Reed è in studio di registrazione, di fronte ad multipista ed è stato invitato a riascoltare al giorno d'oggi il missaggio originale, presumibilmente nello studio in cui fu registrato l’album. E’ visibilmente contento di avere questa opportunità, dopo più di trent'anni. Siamo nel clou della canzone. Gli occhi si muovono rapidi sul mixer, preme un pulsante e toglie la voce. Restano gli archi. I polpastrelli alzano una delle tracce dell’ensemble d’archi; un altro pulsante attiva una traccia di violini. Lui guarda la console, alza gli occhi verso l’interlocutore e sussurra:

“isn’t it beautiful?”

La sala è piena di violini che si rincorrono. La voce non c’è più. Reed alza il volume degli archi, che ora sovrastano il resto. Muove un altro fader e fa emergere il pianoforte. Il suo viso esprime uno stupore discreto, ma si vede che è in realtà assai mosso da tanta bellezza, dalla bravura di Mick Ronson, artefice dell’arrangiamento.

E’ un frammento che in un attimo rende l’artista, il suo interlocutore, il pubblico partecipi di momento molto alto, da brivido dietro la schiena. L’emozione, forse, di cogliere un artista rapito,
stupito dalla sua stessa creazione.

Peccato non esista (credo) una versione online di questo frammento. In compenso, qui sotto, una recente versione di Perfect Day, molto bella anche se un pò "do they know it's christmas-style.


Isn’t it beautiful?

Vicious, you hit me with a flower (Vicious, da Transformer, 1972)

Torti e giustizia

"Ogni torto si dirizza"
Milano, scuola elementare statale

La sensazione che possa essere davvero così...

01 aprile 2007

Voci mutanti

Stamattina mio figlio grande - tredici anni fra pochi mesi - aveva una voce diversa.
Strana.

Un'inequivocabile tonalità rauca mi indica che sta cambiando voce.

E' solo uno dei repentini e innumerevoli cambiamenti fisici e psicologici di questi mesi.

Solo da grandi - memori della propria pre-adolescenza - si può capire quanto è spiazzante ritrovarsi ad essere dei "mutanti" inconsapevoli.

Loro subiscono questi terremoti naturali senza sapere, affrontandoli con un'energia incontenibile e meravigliosa.

28 marzo 2007

Muoversi rapidi e a testa alta


Muoversi rapidi e a testa alta, solidi ma mossi dal vento.
Oggi mi sento così. (Sic)


©
Umberto Boccioni, Forme uniche della continuità nello spazio, 1913



19 marzo 2007

Mela gassata

Coca Cola e Apple realizzano in questi giorni una imponente campagna commerciale.

Per ogni bottiglietta in PET di Coca Cola da 50cl (costo 0.84€), ti viene regalato un brano musicale scaricabile da iTunes (costo ordinario 0.99€).

Per un amante della musica, minimamente attrezzato dal punto di vista tecnologico, sembra la moltiplicazione dei pani e dei pesci: pago una Coca Cola 0.84€ e ho in più in regalo musica per un valore di 0.99€!

Invece di comprare files mi imbottisco la casa di bevande gassate e, con dieci bottigliette (8.4€), oltre alla dispensa piena ho quasi l’intero nuovo album dei Kaiser Chief gratis!

Mumble. Qualche pensierino.

Quello dell'uomo di marketing.
Due colossi commerciali si promuovono a vicenda (sinergia è la parola magica). Alla Coca Cola fa comodo la musica legata all’icona dell’Ipod (quanto di più trendy in questi mesi); alla Apple e ad iTunes fa più che comodo essere trainati dalla forza di penetrazione della bevanda gassata analcolica più famosa del mondo. Coca Cola venderà di più (oggi lo scaffale dei PET al supermercato era vuoto) mentre iTunes riceverà milioni di visite. Tra questi milioni, qualche migliaio comprerà presto l’iPod. Un affarone.

D’altra parte, il pensiero del musicista.
Pensiamo ad un artista di Gatteo a Mare, il cui brano presente su iTunes è stato scaricato il 12 marzo da un bevitore di Coca Cola di Bordighera.
Quanto tornerà delle tasce dell’autore, dell’interpete, del produttore che hanno realizzato quella canzone? E quando?
Ovvero, mi interesserebbe conoscere le condizioni economiche dell’accordo tra Coca Cola e Apple. La Coca Cola ha certamente un costo di materie prime e di mano d’opera, la bottiglia in sé ha un costo, la Coca Cola realizza certamente un utile per le cose che produce. Ma allora, quanto vale il mio pezzo di musica se lo regalano come se fosse un gadget? Mi piacerebbe sapere di quel -0.15€ che alla fine sembra valere la mia musica, visto che di solito la pagano 0.99€ e ora vale meno di zero.
La domanda ha un senso non solo morale, ma anche economico perché sicuramente va ad incidere sulle royalties che spettano a chi ha composto, eseguito e prodotto quella canzone, il musicista di Gatteo a Mare e i suoi collaboratori.
Coca Coca e Apple attuano mega-sinergie su scala mondiale. Ma quanti decimi di Eurocent finiscono nelle tasche di quei molti piccoli musicisti che hanno "fatto" la musica e in definitiva permesso l’affare? Forse e sperabilmente le royalties vengono pagate comunque al lordo di questi omaggi, ma vorrei saperlo, averne conferma.

Infine, il pensiero del consumatore di Bordighera.
Quando ero adolescente spesso uscivo con lo scopo preciso (elaborato fin dal mattino) di andare a comprare un disco. Tornato casa, aprivo il frigo veloce come una saetta e se mi capitava tra le mani un Chinotto, una Lemonsoda o una Cola, questi erano piacevoli ma superflui accessori al sublime godimento dell’ascolto dell’album tanto desiderato. In verità se nel frigo ci fosse stata varichina, probabilmente sarebbe stata gradita anche quella.
Oggi , esco, vado al supermercato. Mi compro il solito package da sei bottiglie PET ricicabile con il quale mi riempirò la pancia di gas per tutta la settimana. Durante una serata, tra un sms, un film sul digitale terrestre, una email, una chattata con gli amici su MSM, venti minuti su Second Life a curare il mio avatar, due righe sul mio blog e l’acquisto di un auricolare bluetooth usato su eBay, forse trovo anche il tempo di scaricarmi distrattamente da iTunes un paio di canzoncine gratuite da inflare dentro al mio iPod da 60Giga. Una delle due – di un tale di Gatteo a Mare che ho sentito per radio - finirà forse ascoltata durante uno shuffle, nel 2013.

Tre punti di vista. Tutti degni di approfondimento.

Comunque stasera me la sono goduta. Mi sento un po’ gonfio, ma con otto bottigliette ho scaricato l’intero primo album dei Suicide. E domani, altre otto e mi scarico “Christ – The Bootleg” dei Crass! (Per inciso, entrambi reperibili su iTunes).

P.S.
Non sono sponsorizzato né da Coca Cola, né da Apple e, se non si è capito, non uso il peer-to- peer per scaricare la mia musica.

12 marzo 2007

Uomo felice?

(...) Qualche giorno fa la giovane donna al banco di Etienne ha detto che sono felice. Avevo ordinato sette croissant. Mentre mi dava il resto ha detto: "Lei è un uomo felice".
L'ho fissata con una tale incredulità da costringerla ad abbassare lo sguardo.
"Canticchia sempre", ha aggiunto con un tono molto più basso, come se si sentisse in dovere di giustificarsi.
"E' il mio lavoro", ho risposto, vergognandomi della mia asprezza.
E' entrato un altro cliente, e me ne sono andato. (...)

Vikram Seth, Una musica costante, Longanesi 1999.