Per quanto mi è possibile, sto cercando di partecipare civilmente e fattivamente a ciò che intorno si muove, perché quello che vedo accadere alle istituzioni mi piace sempre meno. Non che prima mi piacesse (anzi), ma in questi giorni ogni volta che leggo il giornale strabuzzo gli occhi (e non davvero per moralismo).
Di fronte a tutto ciò, semplicemente, come diceva la mia vecchia professoressa di filosofia del liceo, mi prendo il diritto di indignarmi. E di conseguenza preferisco indignarmi facendo qualcosa.
Ma al di là di ciò che faccio personalmente, preferisco parlare di Flash Book.
I ragazzi, universitari e liceali, si siedono per terra, in un luogo affollato durante il Sabato pomeriggio dello shopping. Piazza Duomo davanti alla Rinascente, Piazza Cordusio.
In silenzio, ognuno di loro legge un libro. Una lettura solitaria, fatta in mezzo a tanti altri, in mezzo ad altre letture solitarie.
Ognuno di loro protesta silenziosamente, leggendo. Non protesta per un unico motivo condiviso, ma per il proprio motivo.
Per affermare l'importanza della lettura, per controbattere al dilagare dell'ignoranza di chi non è capace di sostenere lo sviluppo dell'educazione.
E non è corretto dare a tutti costi un'intepretazione a questa “protesta”, perché al centro sta il silenzio e il potere della lettura, offerto in maniera discreta ad una società che di solito urla.
Il passante passa, ironizza, chiede, si stupisce, alza le spalle, capisce, non capisce, brontola, sorride.
Una protesta apartitica e creativa che esprime un bel contrasto con l'impazzare violento che caratterizza la nostra vita pubblica. Violenza così riflessa nella vita quotidiana della Milano di questi giorni.
Vado a curiosare. Perché lì c'è mio figlio.
Colpito ancora dalla sua volontà di partecipare, di socializzare in maniera creativa e costruttiva. Orgoglioso di sentirlo così diverso da me nel suo essere estroverso e partecipativo.
1) Roberto Saviano, Intervento alla manifestazione di Libertà e Giustizia, Palasharp, Milano, 5 Febbraio 2011.