Oggi è un buon giorno per il mio ego musicale e non solo.
Ho conosciuto RB qualche settimana fa. Già allora tornai a casa dicendo che era stato un giorno importante.
RB - proprio quel RB - è da sempre il mio giornalista musicale preferito. Un uomo discreto e gentile come i suoi articoli sempre documentati, pieni di esperienza musicale e di ascolti vissuti. Ricchi di informazioni quando scrive di musica che amo, impeccabili anche quando parla di musica che detesto.
Incredibilmente per me, RB non è mai diventato un giornalista popolare come tanti altri. Forse perché non ha una colonna fissa su un quotidiano, non ha un blog sponsorizzato o perché non dirige riviste musicali hype. Forse perché non ha scelto un unico genere.
Il suo "Pop inglese", uscito nel 1974 e scritto insieme ad un alto paio di critici musicali di allora, mi guidò sedicenne e ad orecchie aperte attraverso i meandri della musica pop inglese. Fin dall'inizio il mio gusto virò decisamente verso il rock inglese e le Telecaster, guardando con un certo fastidio la prosopopea di quello americano con le sue Gibson Les Paul. Poi arrivarono il punk e la new wave.
Retrogusto che tuttora domina il playcount del mio Ipod e di cui non mi pento per nulla, anzi.
Su un suo libro, oggi, ringraziamenti al sottoscritto per una normalissima e piccola cosa di lavoro.
Son (piccole?) soddisfazioni.