28 aprile 2008

Scusate tanto

Scusate tanto ma in questo periodo è così.
Leggo i vostri bei post, scruto tra le righe, guardo nei vostri occhi che mi sembrano così profondi nella loro nobile perdutezza e semplicemente non mi sento all'altezza, per questo ed altro.

Passerà.

Nel frattempo questo è come sono ora.
Come una leggerezza disperata.

C'è crisi.
Dappertutto si dice così
E lo leggo sui visi
Non è colpa solo del lunedì
Sono nutellate di deliri
E code e colpi di tosse
E tu non piangi e non ridi
Vivi come se niente fosse.

C'è crisi dappertutto
Dappertutto c'è crisi.

Oppure semplicemente
Oppure semplicemente
Oppure semplicemente
Oppure semplicemente
Oppure semplicemente
Fa niente.

Niente più come prima
E menomale e menomale…
E' una nuova strategia
Urlate, clason, urlate!
Con i beni separati
E con i mali in comunione
Siamo tutti in fila indiana
E che simpatica carovana!

C'è crisi dappertutto
C'è crisi dappertutto
Io lo leggo sui visi
Dappertutto c'è crisi.

Oppure semplicemente
Oppure semplicemente
Oppure semplicemente
Oppure semplicemente
Oppure semplicemente
Fa niente.

C'è crisi dappertutto
C'è crisi dappertutto
Io lo leggo sui visi
Dappertutto c'è crisi.

Oppure semplicemente
Oppure semplicemente
Oppure semplicemente
Oppure semplicemente
Oppure semplicemente
Fa niente…fa niente.

C'è crisi, Bugo, da Contatti, 2008.

15 aprile 2008

Milano 1














Milano.
Sottosuolo linea metropolitana rossa.
Un'edicola.

Un drappello di turisti giapponesi ridanciani e chiassosi si affolla all'edicola per comprare i biglietti della metro.
Entra di filato un cane lupo di sottorazza accompagna-tossico, coda bassa, testa bassa, occhi tristi, look da "una vita preso a pedate e bastonate sulla schiena perché così fai tanta pena e ci danno gli spiccioli".

Abbaia rocamente a tutto questo clamore orientaleggiante.

Primo edicolante, urlando: "Zitto! Va via!"

Secondo edicolante, urlando anche lui: "Ma lascialo fare, che magari ci toglie di torno tutti questi gialli stronzi del cazzo che è un quarto d'ora che ci bloccano l'edicola".

I giapponesi continuano a sorridere.

11 aprile 2008

Lavarsi le mani sporca


Ah già.
Domenica o lunedi andrò sicuramente. Mai avuto dubbi.

Chi lo racconta poi ai miei figli (e allo specchio delle mie brame) che non fatto nulla per impedire che torni quello?

10 aprile 2008

Sempre un sorriso smagliante

Oggi al piccolo supermercato sottocasa cercavo delle pastiglie per la pulizia degli apparecchi ortodontici e non le trovavo.

Rivolto alla cassiera le ho chiesto dove fossero.


Ha cominciato a ravanare sotto la cassa dicendo che le tenevano lì, "perché sennò le rubano".

E' il prodotto più rubato di tutto il supermercato.

Strano e forse triste paese quello in cui gli anziani si ritrovano a rubare le pastiglie per pulire la loro dentiera.

Fratellanza


Mio figlio piccolo: "però sono fortunato ad avere un fratello maggiore.
Posso imparare da tutti i suoi errori".

01 aprile 2008

Atipici blog


Atipica, autrice di uno dei più spassosi e acuti blog (per me) in circolazione, rischia di perdere il posto di lavoro, precario naturalmente.

Siate solidali e andate quanto meno a leggerla e (se avete qualcosa di fubbo da dire) commentate. Se poi le trovate un lavoro, meglio ancora.

Legateli


Fantastico agghiacciante surrealismo comico. Il capovolgimento greve di ogni categoria logica.

Mi sono sempre chiesto, ma come fanno a parlare di "devolution" senza conoscere neppure i Devo?
Deve essere questo che mi distingue da loro.
Voi invece ricordate bene Mongoloid, no?



Mongoloid he was a mongoloid
Happier than you and me
Mongoloid he was a mongoloid
And it determined what he could see
Mongoloid he was a mongoloid
One chromosome too many
Mongoloid he was a mongoloid
And it determined what he could see
And he wore a hat
And he had a job
And he brought home the bacon
So that no one knew
Mongoloid he was a mongoloid
His friends were unaware
Mongoloid he was a mongoloid
Nobody even cared

Devo, Mongoloid (G. Casale) da "Question: Are We Not Men? Answer: We Are Devo!", 1978

E certo ricordate anche Satisfaction (courtesy Franco).

Maniman 2

Poi però, per fortuna, non so trattenere la mia intima natura pecoreccia e non immortalare questi capolavori di spensieratezza...
Maniman che qui non si diventi troppo pallosi...

Genova, Salita Bachernia

Maniman 1

Genova, Via di Santa Maria di Castello

"Ora deve essere chiaro che la sostanza di tutto, la ragione soggiacente al fatto che ora sia qui, sia tornato per restare e resterò nella città di Genova, è pura squisita, gratuita necessità di bellezza. Non sono tornato per la fortuna, sono tornato per la bellezza. E' in questa città che ho stabilito la sua sede.

"Sono cresciuto circondato dalla bellezza perché tutto intorno a me era costruito di gesti di dignità e decenza".

"La mia relazione con Genova è d'amore, la rete di relazioni che ho stabilito è affettuosa. Non fosse così, non saprei viverci; penso che sia dura per chiunque vivere in un deserto ingombro di spoglie di bellezza."

(...) La bellezza delle cose è nell'ordine che lo sguardo degli uomini sa dare alle cose.
E il disordine non è delle cose ma dell'uomo.
Per questo pui vedere dolcezza ovunque nelle cose degli uomini. (...)

Maurizio Maggiani, Mi sono perso a Genova. Una guida, 2007 Feltrinelli, 91p.


Mi piace questo sguardo lanciato su Genova da un non genovese. Accade spesso che chi non è genovese (Paolo Conte, Genova per noi) sappia cogliere sfumature e prospettive che noi genovesi tendiamo a dare per scontate. Anche le foto pubblicate nel suo libro sono in sintonia con quello che vedo intorno a me oggi (le foto qui sopra sono però mie).