18 gennaio 2007

Gli album del 2006



Fino a fine Gennaio c'è tempo per parlare di classifiche del 2006, penso.


Ecco gli album del mio anno passato, rigorosamente non in ordine di preferenza.


Charlotte Gainsbourg - 5:55
Tom Petty – Highway Companion
Vari – Rogue’s Gallery
Morrissey – Live at Earls’ Court (2005)
Ivano Fossati – L’Arcangelo
Keane - Under the Iron Sea
The Strokes – Firsts Impressions of Earth
Fiona Apple – When the Pawn… (2001)
Divine Comedy – Victory for the Comic Muse
Baustelle – La malavita (2005)
Gnarls Barkley – St. Elsewhere
Portishead – Portishead (1997)
Cat Power - The Greatest


Riascolti intensivi:

Low – David Bowie (1977)
Dexy’s Midnight Runner – Searching for the Young Soul Rebels (1980)
Flying Burrito Brothers – The Gilded Palace of Sin (1969)
Lou Reed – Transformer (1972)
The Band – The Last Waltz (1978)



12 gennaio 2007

I want You!

La copertina dell'ultimo numero del 2006 di Time, da sempre dedicato al personaggio dell'anno, riproduce un pc, con uno schermo a specchio ed un titolo sintetico: "You.".
Il personaggio dell'anno siamo Tu, Io, dunque Noi. Rigorosamente connessi in rete (leggi l'articolo introduttivo).

Il fenomeno dell'anno scorso, secondo la redazione del settimanale americano, è la possibilità che viene data a chiunque di esprimere le proprie opinioni e se stesso in forma scritta, musicale, fotografica, artistica e di offire questi progetti personali al pubblico della rete, senza le mediazioni che fino a poco tempo fa erano imposte dall'establishment culturale e dall'industria del media. E di poter fare questo, volendo, collaborando con una comunità di persone legate dallo stesso interesse, quindi con maggior energia e potenzialità.

Da una parte mi ringalluzzisco e mi dico che allora sono in tendenza, avendo aperto questo piccolo blog due mesi fa.

Dall'altra mi dico che ci sono opportunità nell'aria, che vanno prese al volo. Continuare sì ad ascoltare musica altrui, a pescare nella memoria, a coltivare vecchi e nuovi interessi; tuttavia forse provare di più: scrollarsi di dosso il citazionismo, il riferimento un pò sterile a modelli lontani, e quindi agire, fare.
In senso estetico? In senso sociale? Forse entrambi?

07 gennaio 2007

Le canzoni del 2006

In puro stile Alta Fedeltà di Nick Hornby, ecco la mia classifica delle canzoni 2006, o meglio le più importanti canzoni del mio 2006.

28 canzoni succose e piene di drive. Orgogliosamente non per tutti i gusti, ma meno che mai esoteriche.

Non i “migliori” brani del 2006, bensì quelli che sono stati più importanti per me nel corso dell’anno. Una lista “affettiva” che riflette i miei gusti musicali naturalmente, ma più di tutto è capace di ravvivare e raccontare un pezzo di vita, di memoria, di sentimento, che è poi la magia di ogni buona canzone.
Una serie di motivazioni musicali (come sempre, per quanto mi riguarda) ma molte altre motivazioni personali.

Varie canzoni sono datate 2006, altre sono precedenti, dato che in un anno non si smette di scoprire, di riscoprire e di riassaporare.

Da sempre mi piace verbalizzare ciò che ascolto, e quindi un breve commento accompagna ogni brano.
Le canzoni non sono in ordine di preferenza e chi usa iTunes può eventualmente preascoltare e, volendo, acquistare quasi tutti i brani della lista cliccando qui.


Behind Blue Eyes – The Who (da Who’s Next, 1971)

Come mi sento oggi.

There’s a Light The Never Goes Out – Morrissey (da Live at Earl’s Court, 2005)

And if a double-decker bus crrrrrashes into us, to die by your side is such a heavenly way to die.

"La" canzone d’amore per definizione, che ispira il .jpg di questo post.

Daysleeper - R.E.M (da Up, 1998)

Per tutti coloro che lavorano di notte.

Fluorescent flat caffeine lights
its furious balancing.

(courtesy Franco che me l'ha fatta riscoprire).

Flirting with time – Tom Petty (da Highway Companion, 2006)

Con questa canzone amo guidare veloce, cantando (o urlando, dipende) a squarciagola.

Wrapped up in Books – Belle and Sebastian (da Dear Catastrophe Waitress, 2003)

La più allegra nel mio iPod, da molto tempo.

Burn it down (Dance Stance) – Dexy’s Midnight Runner (da Searching for the Young Soul Rebels, 1980)

O era questa la più allegra, da molto più tempo?

The Operation – Charlotte Gainsbourg (da 5:55, 2006)

La più sensuale dell’anno.

I want to explore you
i'm gonna get under your skin
so you can feel me running through your veins

i want to examine
every inch of your frame
the pressure points that cause your joy and pain.

Ring of Fire – Johnny Cash (single, 1963)

Anche se non credo Cash la intendesse così, per me rappresenta il lato ironico dell’amore.

I Almost Had a Weakness – Elvis Costello con il Quartetto Brodsky (da The Juliet Letters, 1993)

Uno sbarazzino Quartetto Brodsky che interpreta la musica di un caustico Elvis Costello Thank you for the flowers, I threw them on the fire.

Sewn – The Feeling (da Twelve Stops and Home, 2006)

Quest’estate. Perché il pop non manchi mai.

Juicebox – The Strokes (da First Impressions of Earth, 2006)

Adoro la batteria di questo pezzo. Sciatta e strafottente. Con i piatti che sembrano in perenne rincorsa del rullante.

Heart in a Cage – The Strokes (da First Impressions of Earth, 2006)

Well I don't feel better
When I'm fucking around
And I don't write better
When I'm stuck in the ground

Molti hanno parlato male di questo disco. Questi due brani per me sono fortissimi e giustificano da soli l’album.

Hey, Hey, My My (Into the Black) – Neil Young & Crazy Horse – (da Rust Never Sleeps, 1979)

Better to burn out than to fade away.

Havana affair - The Ramones (da Ramones, 1976)

Better to burn out, rust never sleeps. Loro l'hanno messo in pratica senza tanti clamori.
La mia allegra e beneaugurante riscoperta di Natale.

Leaving so soon? – Keane (da Under the Iron Sea, 2006)

E’ inutile. Amo le canzoni romantiche e strappacore.

Crystal Ball – Keane (da Under the Iron Sea, 2006)

E amo le canzoni romantiche strappacore ancora di più quando il testo è triste sopra ad una musica allegra.

I Have Forgiven Jesus – Morrissey (da Live at Earl’s Court, 2005)

Jesus… do you hate me?

Get Gone – Fiona Apple (da When the Pawn…, 2001)

Ciò che non vorresti mai sentirti dire da chi ami.

Love Ridden – Fiona Apple (da When the Pawn…, 2001)

Ciò che non vorresti mai sentirti dire da chi ami 2.

Pictures of Me – Elliott Smith (da Either/Or, 1997)

So sick and tired of all these pictures of me
completely wrong
totally wrong

Road to Nowhere – Turin Brakes (da Jackinabox, 2005)

Possibile che nessuno si sia accorto di questa canzone? Mi riesce faticoso e doloroso consigliarne l’ascolto. Fatelo solo se siete saldi.

A Lady of a Certain Age – Divine Comedy (da Victory for the Comic Muse, 2006)

Un ritratto magnifico della solitudine, come solo Neil Hannon sa fare.

Il pop inglese più snob, ma lui se lo può permettere.

All Mine – Portishead (da Portishead, 1997)

Conoscevo bene l’album Dummy ma non l’album Portishead e il DVD live. Glaciale e meravigliosa cantante, Beth Gibbons.

A vita bassa – Baustelle (da La Malavita, 2005)

Testi magistrali su musica retrò abilmente decadente.

L’unico nuovo vero gruppo pop italiano.

E l’antidoto che ho al futuro anonimo è la scritta Calvin Klein, è la scritta D&G tatuata sugli slip, sulla vita dei jeans che quest’anno va bassa, va bassa.

Il Nuovo mondo – Neffa (da Alla Fine della Notte, 2006)

Preso dentro al buio che avanza
Vieni tu a dare luce al mio giorno
Trascinato sotto dall'onda
Ho rincorso il mondo nuovo
La tua mano tesa mi è apparsa
E adesso sto risalendo
Per favore non fermarti ora.

L’amore fa – Ivano Fossati (da L’Arcangelo, 2006)

Fossati riesce a rendere poetiche cose che appaiono risapute.

Hips don’t lie (featuring Wyclef Jean) - Shakira (single, 2006)

Diciamo.. crossover.

Perfect Day – Lou Reed (da Transformer, 1972)

Non mi stanco e non mi stancherò mai di ascoltarla. Mi dà l’illusione che sia sempre una buona giornata pur ricordandomi ancora che you’re going to reap just what you sow, raccoglierai ciò che hai seminato.



04 gennaio 2007

L'uomo che saltava i paracarri

Svoltato l'angolo che mi porta a casa (proprio l'angolo dove qualunque
telefonata cade per qualche strana congiura dei ripetitori) un uomo davanti a me ha tirato fuori il meglio del genere umano.



Era un uomo sulla sessantina, distinto, con cappotto nero e cappello nero, da cui facevano capolino molti capelli bianchi.

Balzando come uno stambecco, è salito sul primo di una lunga fila di paracarri di cemento (quelli che impediscono la sosta e che vengono definiti volgarmente "dissuasori di parcheggio").
Con una leggerezza da bambino ha cominciato a saltare da uno all'altro. Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto e oplà atterrando dolcemente.
Appena atterrato, ha ripreso il suo passo da quasi pensionato, senza neanche voltarsi indietro.

L'ho seguito per un pò lungo la mia strada sorridendo da orecchio a orecchio e quando si è fermato per tirare fuori le chiavi di tasca ed entrare nel suo portone, non ho potuto fare a meno di parlargli e confessare a lui e alla sua barba che quei paracarri erano proprio irresistibili e che anche io mi ripromettevo di fare lo stesso prima o poi.
Era imbarazzato, ma sorridente. Visibilmente contento di questo tuffo nell'infanzia che aveva fatto.

Poi i nostri sguardi sono tornati quelli di due signori estranei e solo il mio gesto del braccio per salutarlo ricordava quello di un ragazzo.

Un avvenimento di questo tipo ti ripaga delle piccole amarezze di una giornata.

Questo episodio mi è accaduto qualche mese fa. Lo riporto qui immaginando che a qualcuno forse farà piacere rileggerlo.
Per la cronaca, non ho ancora saltato da uno di quei paracarri all'altro. Ma lo farò prima o poi.